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Furto sacrilego a Venezia: patriarca Moraglia, “atto gravissimo e inquietante, tocca il sommo bene donato da Cristo alla sua Chiesa”

“Chi è contro Dio, chi odia Dio, cerca di colpirlo laddove è più grande il suo amore”. Lo ha detto ieri sera (16 aprile) il patriarca di venezia Francesco Moraglia, nella chiesa di San Felice durante i riti e la Messa di riparazione da lui presieduti e celebrati a seguito del furto sacrilego compiuto lo scorso sabato sera, quando sono stati rubati un ostensorio, una croce astile e un calice. E dal tabernacolo, in particolare, è stata rubata una pisside con le particole consacrate. Profanare l’Eucaristia – ha affermato . Moraglia – è qualcosa di molto più grande e grave anche dell’incendio della cattedrale di Nôtre Dame: “Ci ha turbato molto vedere quel tesoro conosciuto in tutto il mondo bruciare… Ma quello che è accaduto qui è qualcosa di infinitamente più grande”. Perciò, ha aggiunto, “è terribile l’atto di profanazione. Ma è altrettanto e, anzi, più grande il gesto di chi vuole riparare, di chi vuole compiere qualcosa che dica un amore infinito per il Signore. Per questo abbiamo recitato l’atto di fede, speranza e carità, ciò che di più grande un uomo possa dire e fare. Perché noi, con fede, speranza e carità, vogliamo dire il bene infinito che vogliamo a Gesù Eucaristia”.
Dal patriarca l’invito alla comunità di San Felice a realizzare momenti di catechesi sull’Eucaristia e a promuovere un tempo stabile di adorazione eucaristica: “Almeno un’ora alla settimana, con presbiteri e fedeli, dinanzi a ciò che per un cristiano è più grande”. Moraglia ha inoltre indirizzato una sua lettera affidata al parroco di San Felice, don Raffaele Muresu, destinata all’intera collaborazione pastorale della zona di Cannaregio. Nello scritto il patriarca ribadisce il carattere “gravissimo ed inquietante” del furto compiuto, sia perché “viene a toccare il bene sommo del Santissimo Sacramento, sommo dono di Cristo alla sua Chiesa”, sia per il tempo in cui è avvenuto, l’inizio della Settimana Santa, e per le modalità che sembrano prefigurare ulteriori intenzioni profanatorie. Il patriarca auspica nuovamente che da tale episodio scaturisca “la conversione di chi ha compiuto l’atto e la crescita nella fede eucaristica della comunità coinvolta, dagli adulti ai più giovani”. Dopo la Messa di riparazione che ieri sera lo stesso Moraglia ha presieduto nella chiesa di S. Felice, anche nella giornata di oggi (17 aprile) saranno nuovamente riproposti – presieduti dal parroco – i previsti riti di riparazione.