L’ong Moas ha consegnato ieri rifornimenti di cibo, acqua, medicine, vestiti asciutti e coperte alla nave Alan Kurdi della Sea-Eye, ancora bloccata da oltre una settimana in acque internazionali con a bordo 63 persone, tra i quali donne e bambini, dopo aver visto rifiutata la concessione di un porto sicuro. Una donna di 24 anni che aveva perso i sensi è stata sbarcata ieri a Malta dalle forze armate maltesi per assicurarle assistenza medica. “La maggior parte di coloro che si trovano a bordo ha già vissuto atrocità inimmaginabili in Libia – ricorda Moas, una delle Ong costrette a sospendere le operazioni nel Mediterraneo – e siamo quindi profondamente rattristati dal fatto che la nave sia rimasta bloccata per così tanto tempo, specialmente quando tra i migranti a bordo vi sono un neonato e un bambino che hanno dovuto affrontare condizioni metereologiche avverse con approvvigionamenti limitati. Non possiamo ignorare il dramma e la sofferenza di coloro che si trovano alle porte dell’Europa. La recrudescenza della violenza in Libia non fa che aumentare la necessità di creare canali di ingresso sicuri e legali per le persone vulnerabili che hanno disperatamente bisogno di protezione”. Moas auspica che la comunità internazionale “possa adesso prendersene cura dando prova di solidarietà e compassione nei confronti di questa imbarcazione e consentire a coloro i quali si trovano a bordo un porto sicuro in Europa”.