Venezuela: Maracaibo in ginocchio per i ripetuti blackout. Ortigoza (rettore Università Cattolica), “riconoscere sforzo della Croce Rossa per far arrivare gli aiuti”

“L’Università Cecilio Acosta è moderna e con servizi d’avanguardia, ma in questo mento è chiusa, senza studenti priva di corrente e di internet. Domani (lunedì, ndr) speriamo di riaprirla. In marzo si è lavorato per sette giorni: gli uffici, le scuole, le università, le imprese, è una cosa impossibile. Noi come università cerchiamo di portare avanti un sistema il più personalizzato possibile. Abbiamo una piccola batteria elettrica per dare un minimo di servizio”. Lo spiega al Sir il rettore dell’Università Cattolica Cecilio Acosta di Maracaibo, padre Eduardo Ortigoza, interpellato appunto sulla situazione che sta vivendo Maracaibo, il secondo centro del Paese, la città che più di ogni altra sta soffrendo per i blackout che hanno flagellato il Venezuela durante il mese di marzo. Il rettore afferma che “è tutto paralizzato, non c’è servizio di acqua, arriva con i camion e si paga in dollari”.
Prosegue il religioso: “Dicono che sono sabotaggi al Governo, ma sappiamo benissimo che non è così, mancano manutenzione e risorse, da almeno dieci anni”. La Chiesa non ha preso posizioni politiche, ma “per i poveri e i bisognosi, dicendo, certo, la verità. E’ quello che ha fatto ciascun vescovo in occasione del primo blackout. La Chiesa sta operando attraverso la Caritas. Manteniamo anche qui le ollas comunitarias. Ci sono 5 piccoli centri di salute, ambulatori, e la rete educativa di 41 scuole arcidiocesane che dipendono dall’arcidiocesi e dalla rete Fe y Alegría dei gesuiti. Attraverso si esse si cerca di aiutare le famiglie”. Conclude padre Ortigoza: “In questo momento è necessario riconoscere lo sforzo della Croce Rossa internazionale che offre i i suoi servizi per far entrare in Venezuela gli aiuti umanitari. Pare che la mediazione sia accettata da entrambe le parti e la Chiesa venezuelana ha offerto il suo appoggio, attraverso le sue istituzioni, perché l’arrivo degli aiuti non sia politicizzato e arrivi realmente ai più bisognosi”.

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