(Londra) Per la seconda volta Westminster ha rifiutato quattro mozioni presentate da diversi parlamentari che rappresentavano differenti forme di Brexit e una via d’uscita dalla situazione di stallo nella quale si trova il Regno Unito. “Il parlamento è bravissimo a dire che cosa non vuole ma non a dire che cosa vuole”, hanno ripetuto diversi commentatori intervistati in questi giorni. La Camera dei Comuni ha detto no alla prospettiva di un’unione doganale, che permetta il libero movimento di merci dentro la Ue. No anche alla Norvegia plus, partecipazione del Regno Unito all’Area economica europea e all’Associazione europea di libero scambio. No alla revoca dell’articolo 50 e no a un secondo referendum. “Benché non esista una chiara maggioranza per nessuna soluzione il parlamento continua a rifiutare l’accordo proposto dal governo”, così ha commentato il voto il ministro per il Brexit Stephen Barclay. “Il risultato è che il Regno Unito se ne andrà dalla Ue il prossimo 12 aprile perché per ottenere un’estensione ci vuole un piano. È necessario trovare prima possibile una vita d’uscita e di questo parleremo all’incontro di Gabinetto domattina. Se il parlamento approvasse il nostro accordo potremmo anche evitare le prossime elezioni europee”. La premier Theresa May cercherà domattina, ancora una volta, di convincere i suoi ministri a sostenerla e potrebbe riportare il suo accordo a Westminster per un quarto voto anche questa settimana.