Giornata internazionale

Otto marzo: Zervino (Umofc), “le donne portatrici di speranza” per curare le piaghe aperte del mondo

“Possiamo affermare oggi che le donne sono promotrici di speranza quando ci sono tante piaghe aperte?”. Se lo chiede María Lía Zervino, presidente generale dell’Unione mondiale delle organizzazioni femminile cattoliche (Umofc), in un messaggio per la Giornata internazionale della donna, che si celebra oggi. Zervino cita le varie piaghe che affliggono oggi il pianeta: “La migrazione di bambini non accompagnati e la divisione forzata delle famiglie; i rifugiati a causa di guerre e conflitti che vivono in condizioni subumane; il traffico di persone a scopo di prostituzione, lavoro disonesto, traffico di organi e maternità surrogata; le vittime del traffico di armi e droga; donne ferite, maltrattate, discriminate da culture maschiliste e anche da culture edoniste che cercano nell’aborto e nella riduzione dei popoli più poveri la soluzione alla mancanza di un’adeguata distribuzione della ricchezza; famiglie senza tetto, senza terra, senza istruzione, senza cibo e senza lavoro, quando la scienza e la tecnologia applicate ad un’ecologia integrale ci permetterebbero di vivere fraternamente e di prenderci cura della nostra Casa comune”. Le donne, ricorda Zervino, “costituiscono il 71% dei 40 milioni di persone che oggi soffrono delle moderne forme di schiavitù”. Allo stesso tempo “siamo chiamate a essere promotrici di speranza. Di questo hanno bisogno la nostra società e la nostra Chiesa: donne capaci di irradiare la misericordia dal nostro stesso grembo, donne che cercano di dare la vita e non la cancellano o la diminuiscono mai, che vanno incontro a coloro che soffrono di più e accompagnano i più bisognosi, che agiscono attraverso un amore materno capace di sacrificio silenzioso e creatività estrema, che evangelizzano con linguaggio e gesti di tenerezza… che alleviano le ferite aperte di nostro Signore”.
Di qui l’impegno: “Noi, donne del 2019, possiamo alleviare, in qualche misura, le ferite aperte di Colui che è stato crocifisso, essendo portatrici di speranza, se contribuiamo a diffondere quotidianamente l’amore creativo, se affrontiamo con forza la tentazione di abbassare le braccia e ci impegniamo in azioni personali e comunitarie, se condividiamo ideali e lavoriamo con uomini che sono anche loro appassionati nel prendersi cura del mondo come della propria famiglia, che allo stesso tempo è una protezione duratura e comunitaria dei più vulnerabili”.