Memoria

Mafie: mons. Moraglia a Libera, “radicate anche in mezzo a noi”. “Non vedere, non sentire, non parlare” è “farsi rubare l’umanità e tradire il proprio battesimo”

“Le mafie, oggi, non sono più circoscritte ad un territorio ma sono presenze radicate anche in mezzo a noi”. Lo ha detto il patriarca di Venezia Francesco Moraglia, nel saluto all’inizio dell’assemblea dei familiari delle vittime innocenti delle mafie della rete di Libera che si apre questo pomeriggio all’Auditorium Venezia Terminal Passeggeri. Ringraziandoli, insieme al presidente di Libera don Luigi Ciotti,  per tenere viva la memoria, “essenziale se vogliamo aprire nuove strade”, Moraglia li ha definiti “portatori sani di speranza”. Il patriarca si è quindi soffermato sull’importanza del linguaggio che “genera cultura. Anzi, è la forma più personale di cultura”. “E lo lascia intendere”, ha aggiunto, la sentenza con cui la Corte d’Assise di Palermo ha condannato gli assassini di don Pino Puglisi. Per Moraglia, “nella lotta alle mafie” il linguaggio non va sottovalutato e “non si devono dare deleghe” perché le mafie vogliono proprio “il disimpegno della società civile e, soprattutto, l’indifferenza dei giovani, perché sono i giovani quelli che possono togliere il futuro alla mafia e alla camorra”. Le mafie si contrastano “educando le nuove generazioni e tenendo viva – come voi fate – la memoria. Non vedere, non sentire, non parlare significa lasciarsi rubare la propria umanità, stracciare la propria carta d’identità, tradire il proprio battesimo. Il cristiano è chiamato, anche qui, a dare a Dio quello che è di Dio e a Cesare quello che è di Cesare”, ha affermato richiamando parole di don Peppino Diana su povertà ed emarginazione come terreni privilegiati per “la mala pianta della camorra”. Il prossimo 19 marzo, ha ricordato, saranno 25 anni dall’esecuzione di don Diana, avvenuta nel 1994 in sacrestia mentre si preparava a celebrare la Messa, alle sette del mattino, il giorno del suo onomastico. Don Pino Puglisi fu invece ucciso il 15 settembre 1993, giorno del suo compleanno. Due date, “probabilmente solo coincidenze”, ma che “sembrano delineare anche uno dei molti volti della piovra: l’arroganza”.