Ambiente

Deforestazione: Forum Greenaccord, situazione preoccupante nel Mediterraneo, in Africa, Russia e nel Sud-Est asiatico

Una fotografia dello stato di salute delle aree verdi nel Mediterraneo è stata offerta, stamattina, durante la seconda giornata di lavoro del 15° Forum internazionale dell’informaziona ambientale organizzato da Greenaccord onlus e dalla Regione Toscana a San Miniato (Pi). “Un’area critica per quanto riguarda il controllo, il monitoraggio e l’adattamento ai cambiamenti climatici – ha spiegato Giuseppe Scarascia Mugnozza, professore ordinario di selvicoltura ed ecofisiologia forestale dell’università della Tuscia -. Attorno al Mare Nostrum si concentra il 30% del turismo mondiale, che è un’importante causa della pericolosa tendenza al sovrasfruttamento della terra”. In questo senso, le foreste “rappresentano l’infrastruttura ecologica verde più importante della regione del Mediterraneo, con 25mila specie presenti e un’importante quantità di acqua e suolo conservati. Inoltre – ha ricordato il docente -, possono assorbire fino al 30% della Co2”: per questo vanno preservate e protette con attenzione, puntando “sulla bioeconomia che ci consenta di applicare una gestione sostenibile del capitale naturale del nostro pianeta”.
Altra area nella quale le foreste sono sottoposte a un pericoloso e rapido depauperamento è il Sud-Est asiatico. A ricordarlo è stata Woro Supartinah, responsabile comunicazione del Network for Riau Forest Rescue, che ha presentato i dati relativi ai polmoni verdi presenti in Indonesia. Una situazione forse peggiore la stanno vivendo alcuni territori africani a partire dal Kenya dove la deforestazione va di pari passo con “drammatiche condizioni di povertà che colpiscono soprattutto le donne”, ha raccontato Teresa Muthoni Maina Gitonga dell’International Tree Foundation. “Il Kenya – ha sottolineato l’ambientalista – è il Paese con la minor presenza boschiva dell’Africa, il 7,2% di copertura, con oltre l’80% di aree desertificate”.
Spesso però proteggere il patrimonio boschivo è un lavoro difficile e complesso anche per colpa di legislazioni che nulla fanno per incentivarne la tutela. Accade ad esempio in Russia dove “le leggi rendono difficile il nostro lavoro e le Ong ambientaliste non sono affatto ben viste”, ha denunciato Andrey Laletin, presidente del Friends of the Siberian Forests.