Quaresima

Papa Francesco: al clero romano, “un po’ d’acqua per lavarsi dalla cosmetica fa bene a tutti, per vedere che non siamo tanto belli”

“Dio si comporta come un amante rifiutato: se proprio non mi vuoi, allora me ne vado! E ci lascia da soli. È vero, noi possiamo cavarcela soli, per un po’ di tempo, sei mesi, un anno, due anni, tre anni, anche di più. A un certo punto questo scoppia. Se noi andiamo avanti da soli, scoppia questa autosufficienza, questo autocompiacimento della solitudine. E scoppia male, scoppia male”. Così Papa Francesco ai parroci e ai sacerdoti della diocesi di Roma per il tradizionale appuntamento di inizio Quaresima. “Cosa proveremmo noi se il Signore Risorto ci dicesse: continuate pure le vostre attività ecclesiali e le vostre liturgie, ma non sarò più io ad essere presente e ad agire nei vostri sacramenti? Dal momento che, quando prendete le vostre decisioni, vi basate su criteri mondani e non evangelici (tamquan Deus non esset) allora mi faccio totalmente da parte… Tutto sarebbe vuoto, privo di senso, non sarebbe altro che ‘polvere’. La minaccia di Dio – ha ribadito Francesco – apre il varco all’intuizione di cosa sarebbe la nostra vita senza di Lui, se davvero Egli sottraesse per sempre il suo Volto. È la morte, la disperazione, l’inferno: senza di me non potete far nulla”. Il Papa ha invitato ad “avere un po’ di paura di noi stessi, della nostra onnipotenza, delle nostre furbizie, dei nostri nascondimenti, del nostro doppio gioco”. “Noi nascondiamo il peccato non solo a Dio, non solo al prossimo, non solo al sacerdote, ma a noi stessi. La ‘cosmetica’ è andata tanto avanti, in questo: siamo specialisti nel truccare le situazioni. ‘Sì, ma non è per tanto, si capisce…’. E un po’ d’acqua per lavarsi dalla cosmetica fa bene a tutti, per vedere che non siamo tanto belli: siamo brutti, brutti anche nelle nostre cose. Ma senza disperarci, perché c’è Dio, clemente e misericordioso, che è sempre dietro di noi. C’è la sua misericordia che ci accompagna”, ha sottolineato Francesco.