Ricerca

Otto marzo: Svimez, “il tasso di occupazione femminile nel Mezzogiorno è tra i più bassi in Europa”

“Il tasso di occupazione femminile nel Mezzogiorno è tra i più bassi in Europa. Il divario delle Regioni del Sud rispetto alla media europea, già elevatissimo nel 2001 (circa 25 punti percentuali), si è ulteriormente ampliato arrivando sopra i 30 punti, nel 2017”, denuncia la ricerca della Svimez, in occasione dell’8 marzo. “Il confronto – sottolinea la Svimez – conferma la peculiarità della situazione italiana: solo la provincia di Bolzano si colloca nella prima metà delle regioni europee, con un tasso di occupazione femminile pari a 71,5%, alla posizione 92 nella graduatoria.”. Le regioni del Mezzogiorno sono sensibilmente distanziate da quelle del Centro- Nord e “si collocano tutte nelle ultime posizioni, con Puglia, Calabria, Campania e Sicilia nelle ultime quattro e valori del tasso di occupazione intorno al 30%, di circa 35 punti inferiori della media europea”. Non solo. L’Italia, in particolare negli anni della crisi, “si distingue per essere uno dei pochi Paesi ad aver contratto il peso del lavoro qualificato, a favore di un incremento del lavoro meno qualificato, soprattutto nei servizi alla persona e domestici”. Nel 2018 “sono state 3 milioni 663mila le donne che hanno svolto lavori qualificati, di queste, però, appena 851mila sono meridionali, meno di un quarto del totale. La quota di donne occupate in posizioni cognitive altamente specializzate (inclusi i manager) sale tra il 2001 ed il 2008 dal 34,1 al 44,1% per poi riscendere al 38,1% nel 2014”. Dinamiche simili si rilevano nelle due circoscrizioni, con perdite più consistenti nelle professioni più qualificate nel Mezzogiorno. Dalle elaborazioni Svimez su dati Eurostat ed Istat al 2018, si nota che “il tasso d’occupazione femminile per le donne in possesso di laurea è ancora molto basso al Sud, appena il 63,7%, contro una media dell’81,3% in Europa. Le donne laureate sono inoltre penalizzate anche dal punto di vista retributivo: una donna laureata da quattro anni che lavora al Sud ha un reddito medio mensile netto di 300 euro inferiore a quello di un uomo (1000 euro contro 1300)”.