
“Papa Francesco ha voluto che questo nostro incontro annuale con lui avesse la forma di una celebrazione della misericordia di Dio, di un canto di gioia alla grandezza del suo amore”. Con queste parole il card. Angelo De Donatis, vicario generale del Papa per la diocesi di Roma, ha cominciato il suo intervento al tradizionale incontro di Quaresima del Papa con il clero romano, questa mattina nella basilica di San Giovanni in Laterano. “Il tempo liturgico che vivremo ci chiederà di essere ministri di riconciliazione, ambasciatori e diaconi del perdono di Dio per tutti i nostri fratelli”, si legge nel testo inviato poco fa al Sir: “Diremo ad alta voce nelle nostre comunità: ‘vi supplichiamo, in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio!'”. Inviteremo tutti a chiedere perdono, con umiltà, a Dio e ai fratelli del male compiuto”. “È un dono molto significativo poter gustare fin da oggi, tra noi diaconi, presbiteri e vescovi, la dolcezza del Suo amore, per essere più pronti a condividerlo con i nostri fratelli”, ha detto il cardinale, secondo il quale “è importante anche chiederci perdono gli uni gli altri, con coraggio”. “Facciamo di questa liturgia penitenziale non un’operazione di ‘maquillage’, cioè un ritocco sulla nostra faccia apparentemente ‘perbene’, ma scaviamo in profondità e con la vergogna sul volto andiamo al cospetto di Dio”, l’invito: “e non solo davanti a Lui, ma con intenzione retta e con determinazione evangelica, andiamo anche dai fratelli presbiteri con i quali ci sembra di avere un ‘conto in sospeso’, il conto di una misericordia da dare o da ricevere. Il Signore ricompenserà questo gesto con il premio di una gioia senza uguali…”. Tre i brani letti durante l’incontro, scelti dall’Esodo e sui quali mons. Libanori – con l’aiuto di un gruppo di giovani sacerdoti biblisti del nostro presbiterio diocesano – ha elaborato delle schede utili per gli esercizi spirituali da tenere in parrocchia. “Il primo – ha spiegato De Donatis, “racconta la mormorazione del popolo per la fame e il conseguente dono della manna, il secondo è quello centrale del vitello d’oro, il terzo, tratto dal libro dei Numeri, narra della paura che prende il cuore del popolo quando si trova di fronte ai nemici percepiti come giganteschi, una volta arrivato alla Terra Promessa”.