Sanità

Allergie alimentari: Ospedale Bambino Gesù, un farmaco per l’asma riduce il rischio di shock anafilattico

Ridotto in maniera significativa il rischio di shock anafilattico per i bambini affetti da allergie gravi: è l’effetto di un farmaco per migliorare il controllo dell’asma allergico che si è rivelato capace di innalzare una barriera protettiva anche contro l’anafilassi, la forma più grave di allergia alimentare. La scoperta è stata fatta dai ricercatori allergologi dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma che hanno osservato le reazioni a vari allergeni alimentari in un gruppo di bambini durante il trattamento con il farmaco omalizumab. I risultati dello studio sono stati appena pubblicati sulla rivista scientifica Journal of Allergy and Clinical Immunology: in practice. Le malattie allergiche sono le patologie croniche più diffuse nella popolazione dopo l’artrosi/artrite e l’ipertensione arteriosa. L’allergia alimentare, in particolare, colpisce 5 bambini su 100, con un picco nei primi 3 anni di vita. Questa forma di allergia è scatenata dalle proteine contenute in alcuni cibi che – per un errore del sistema immunitario – vengono riconosciute come minacce, innescando la reazione infiammatoria. In circa il 40% dei casi è associata ad asma allergico grave che pregiudica la crescita dei polmoni e riduce la qualità di vita. L’anafilassi è la forma più grave di allergia alimentare. Basta l’ingestione, il contatto, o la semplice inalazione di minute quantità dell’alimento “incriminato” per creare immediatamente orticaria, edema e gonfiore del volto, prurito e gonfiore delle estremità, rinite, congiuntivite, mancanza di fiato, tosse convulsa. Altrettanto velocemente, in circa 3 casi su 100, i sintomi di una manifestazione allergica alimentare progrediscono fino ad arrivare alla riduzione della pressione arteriosa e a shock anafilattico. I ricercatori del Bambino Gesù, diretti da Alessandro Fiocchi, responsabile di Allergologia, hanno studiato per tre anni un gruppo di 15 bambini e ragazzi tra i 6 e i 18 anni, affetti da asma allergico grave associato a forme complesse di allergia alimentare, osservandone le reazioni a vari allergeni alimentari prima e dopo l’avvio del trattamento con omalizumab . L’80% di loro aveva già affrontato episodi di anafilassi. Grazie all’azione protettiva del farmaco, oltre il 70% degli alimenti testati (15 su 23) è stato reintrodotto in sicurezza nella dieta dei bambini. I restanti cibi sono stati quasi del tutto tollerati. In base al giudizio di genitori e pazienti, espresso tramite un questionario, la qualità della vita è aumentata mediamente del 40%.