
“Menti e migranti: l’impatto psico-sociale delle migrazioni” è il tema della relazione della psicoterapeuta Antonella Postorino al convegno “Guarire i migranti per guarire il mondo. Scenari futuri per la costruzione della pace”, che si conclude oggi alla Pontificia Università Lateranense di Roma: “Rischiare tutto anche a costo di insicurezza, restrizioni e di perdere la vita per emigrare significa guardare oltre la propria storia”. “Il fenomeno dell’accoglienza in Italia è in continua evoluzione: solidarietà e preoccupazione convivono, in un contesto in cui gli sbarchi sono diminuiti”. Nel dibattito politico, tuttavia, “i fatti hanno perso la potenza di rappresentazione della realtà” sottolinea Postorino. Un’indagine Ipsos ha classificato alcuni nuclei di opinione, tra cui dominano fasce intermedie di moderati disimpegnati, anziani che si sentono trascurati e sono sfiduciati, persone preoccupate per la sicurezza. Caratteristiche comuni a queste fasce di opinioni sono, secondo la psicoterapeuta, “insoddisfazione verso le istituzioni nazionali e nei confronti dell’Europa”. D’altra parte, “media e politiche governative influiscono sulla percezione del fenomeno migratorio. La paura crea il grave rischio di voler trovare un leader autoritario per ristabilire la sicurezza”. Tuttavia, “la maggioranza degli italiani non sono estremisti: c’è bisogno però di un lavoro di comunicazione efficace per sensibilizzare sul tema migratorio ed evitare processi di disumanizzazione”.