Mercoledì prossimo prenderanno il via le operazioni di sgombero della baraccopoli di San Ferdinando a Reggio Calabria. “Uno sgombero volto a garantire ai migranti condizioni di vivibilità migliori e nuove prospettive di lavoro e di vita – afferma la Caritas diocesana di Oppido mamertina-Palmi in un comunicato -, per una integrazione vera, tendente all’accoglienza diffusa dei braccianti africani nei nostri centri abitati”. La Caritas diocesana guarda a mercoledì prossimo come ad un “giorno auspicato da tutti”, ricordando come nella baraccopoli “negli ultimi quattordici mesi si sono ripetuti gravi incendi che hanno causato la morte di tre immigrati e aggravato le condizioni di insalubrità e igienico-sanitarie dell’intera area”. L’organismo diocesano esprime la sua soddisfazione per “aver constatato che tra le autorità c’è la volontà vera di assicurare ad ogni extracomunitario della baraccopoli una sistemazione nei circuiti ufficiali dell’accoglienza come gli Sprar, i Cara e i Cas o nella Tendopoli nuova, per non lasciare nessuno in mezzo alla strada e per dare loro anche una migliore prospettiva futura anche se nel cuore c’è una certa trepidazione per tanti amici che forse non rivedremo più”. Gli operatori Caritas sottolineano la loro “soddisfazione per come, fino ad oggi, le autorità preposte stanno gestendo pacificamente, con grande umanità e delicatezza, l’operazione dello sgombero della baraccopoli”. Le operazioni che prenderanno il via mercoledì vedono impegnati in prima linea il prefetto di Reggio Calabria, Michele Di Bari, e la delegata Laganà, le forze dell’ordine coordinati dal dirigente Trotta e il sindaco di San Ferdinando, Andrea Tripodi. “Un lavoro di squadra – commenta Caritas – che sta dando i suoi frutti”. Un coordinamento che, “certamente, auspichiamo, continuerà con la stessa energia, passione e professionalità, come è stato fatto fino al momento, all’insegna della solidarietà, dell’umanità e della giustizia, che sicuramente porterà, al più presto, a sgomberare anche la tendopoli nuova e tutti i casolari diroccati, nelle campagne della Piana e ad assicurare a tutti i migranti, che per noi sono una ricchezza, una residenza stabile nei nostri paesi della Piana e condizioni di vita normali, come normali cittadini”.