Religioni
Quest’oggi, per la seconda volta l’Istituto superiore di S. Giorgio a Francoforte ha ospitato un momento di dialogo cristiano-islamico promosso dai vescovi tedeschi. Mons. Georg Bätzing (Limburg), presidente della sottocommissione per il dialogo interreligioso della Conferenza episcopale tedesca ha salutato i circa 90 ospiti. “Come lo scorso anno, abbiamo scelto la festa dell’annunciazione del Signore (25 marzo) come occasione per ritrovarci insieme, noi cristiani di diverse confessione e musulmani di diverse appartenenze religiose, nazionali e culturali. Non c’è nessun’altra festività più appropriata di questa”. Mons. Bätzing ha inoltre ricordato l’attenzione dei francescani per il dialogo con il mondo islamico. “I frati di Assisi hanno deciso di ringraziare il re giordano Abdullah II per quanto ha fatto per i rifugiati siriani e iracheni, consegnandogli la luce di pace – ha ricordato il vescovo di Limburg –. Si tratta di una copia della lampada ad olio che arde sulla tomba di san Francesco”. Ha quindi preso la parola il cappuccino, mons. Paul Hinder, vescovo ad Abu Dhabi (Emirati Arabi) che ha parlato del suo “Essere vescovo in Arabia saudita” e ha offerto spunti di riflessione sul dialogo tra cristiani e musulmani. Mons. Hinder non ha nascosto le voci critiche, sollevatesi da alcuni ambienti cattolici, circa il documento sottoscritto dal Papa ad Abu Dhabi, sottolineando che si è trattato più di una questione politica. La “fratellanza umana” di cui parla la dichiarazione sottoscritta ad Abu Dhabi è riecheggiata poi nel ricordo di s. Francesco, che proclamava che siamo tutti fratelli. “Ci unisce la fede di essere figli di un Dio, a cui rendiamo grazie per la nostra vita”, ha detto mons. Bätzing. “Fintanto che ci saranno persone che si impegneranno in maniera pacifica e senza paura per gli altri, allora parole come ‘tolleranza’ e ‘amore’ continueranno ad avere la loro forza. Io stesso, nei 15 anni di lavoro nella penisola araba cosa significa costruire ponti e costruire la fiducia reciproca con pazienza e umiltà. Sono cose che si devono imparare. Il dialogo tra religioni non funziona secondo i principi della società consumistica, dove tutto deve essere subito e possibilmente a poco prezzo. S. Francesco ce lo ha mostrato 800 anni fa. Papa Francesco lo sta facendo oggi. E noi abbiamo il coraggio di imitarli?”.