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Salute mentale in carcere: Cnb, assicurare modalità umane di detenzione e rafforzare i servizi. Cura malati avvenga in strutture terapeutiche

“Assicurare, quale forma basilare di tutela della salute mentale in carcere, modalità umane di detenzione, rispettose della dignità delle persone, offrendo un trattamento con opportunità di formazione e di lavoro nella prospettiva risocializzante; provvedere a che la cura delle persone affette da grave disturbo mentale e che abbiano compiuto reati avvenga di regola sul territorio, in strutture terapeutiche e non in istituzioni detentive”. Sono alcune raccomandazioni contenute nel parere “Salute mentale e assistenza psichiatrica in carcere” pubblicato oggi dal Comitato nazionale di bioetica (Cnb) nella convinzione che la salute mentale in carcere rappresenti un’area particolarmente critica. Di qui la richiesta di “rafforzare i servizi di salute mentale in carcere” in modo che “funzionino come parte integrante di forti Dipartimenti di salute mentale, capaci di individuare le risorse di rete territoriale per la cura delle patologie gravi al di fuori dal carcere e di collaborare a tal fine con la magistratura di cognizione e di sorveglianza”. Il Cnb sollecita anche alcuni innovazioni normative per tutelare sia le persone giudicate imputabili e condannate a pene carcerarie, sia le persone dichiarate non imputabili e prosciolte. In estrema sintesi: il rinvio della pena quando le condizioni di salute psichica risultino incompatibili con lo stato di detenzione; la previsione di specifiche misure alternative per i soggetti che manifestano un’infermità psichica in carcere; l’introduzione di sezioni cliniche in carcere a esclusiva gestione sanitaria. Necessaria inoltre “una più incisiva riforma delle misure di sicurezza, per limitare il ricorso alla misura di sicurezza detentiva”. Infine l’invito a limitare il ricovero nelle Rems ai soggetti nei cui confronti viene applicata una misura di sicurezza detentiva definitiva e a riconsiderare il concetto di “pericolosità sociale” e la legislazione speciale di “doppio binario” di imputabilità/non imputabilità per le persone affette da disturbo mentale.