Congresso Caritas

Germania: card. Marx (Dbk), “la digitalizzazione è uno strumento per dare libertà e possibilità a tutti e per rafforzare la coesione sociale”

“La digitalizzazione non è il fine, è un mezzo. È uno strumento per dare libertà e possibilità a tutti e per rafforzare la coesione sociale”. Lo ha detto oggi il card. Reinhard Marx, presidente della Conferenza episcopale tedesca (Dbk), intervenendo a Berlino al congresso annuale delle Caritas tedesche, dal titolo “Il sociale ha bisogno del digitale”. Il presidente dei vescovi tedeschi riconosce il ruolo che oggi il digitale ha nelle nostre vite e ricorda che “fondamentalmente non è una minaccia: ha portato molte cose positive nella nostra vita”. Mette però in guardia dal rischio che la digitalizzazione diventi strumento per creare nuove divisioni. E porta un esempio. “Lo scorso anno l’Ue ha organizzato una consultazione pubblica sulla regolamentazione degli orari estivi – spiega – la partecipazione era possibile, però, solo online. Chi non disponeva di una connessione internet non poteva partecipare a questo sondaggio ed era di fatto tagliato fuori dal discorso”. Il card. Marx ricorda che in Germania il 20% della popolazione (vale a dire 12 milioni di persone) per volere o per impossibilità, non hanno accesso alla digitalizzazione. “Cosa si fa di queste persone? Come si possono rendere partecipi della vita sociale? – ha chiesto il card. Marx – Chi si collega a loro e in che modo?”. D’altro canto, però il presidente dei vescovi tedeschi sottolinea anche il fatto che la digitalizzazione crea collegamenti. “Alle elezioni politiche del 3 marzo scorso – ricorda – il 44% di quanti hanno votato lo ha fatto online. La possibilità di votare da casa, senza andare al seggio, ha spinto a votare più persone di un tempo”. Le Caritas tedesche hanno attivato un servizio di consulenza online per giovani che hanno intenzioni suicide. “Il progetto U25 – ha detto il card. Marx – riesce a raggiungere velocemente i giovani che altrimenti non farebbero il primo passo per uscire dalla crisi in cui si trovano”. Accanto al mondo digitale è fondamentale mantenere una presenza forte e qualificata nel mondo reale. “Occorre che ci siano luoghi d’incontro – prosegue – come centri comunali, sale parrocchiali e biblioteche pubbliche. Perché sono convinto che le persone continueranno ad avere bisogno di incontrarsi personalmente, e non solo nel mondo virtuale”. E per stare nel mondo digitale occorrono competenze. “Come Caritas scegliamo di essere presenti anche nel mondo digitale – ha concluso – e il mondo digitale deve avere spazio anche per noi. In questo cammino non posso far altro che incoraggiarvi”.