Sport e Chiesa

Clericus Cup: dal 30 marzo la XIII edizione con lo slogan “Giocare per credere”. Sedici squadre in campo con 359 giocatori di tutto il mondo

Sono 403 (tra giocatori e dirigenti delle squadre) i tesserati iscritti alla XIII edizione della Clericus Cup, il mondiale di calcio di preti e seminaristi promosso dal Csi che con lo slogan “Giocare per credere” prende il via sabato 30 marzo nel Centro sportivo Pio XI a due passi da San Pietro per concludersi il 1° giugno. Sedici squadre in campo con una formula composta da quattro gironi di quattro squadre. Un totale di 359 calciatori di 67 nazionalità dei cinque continenti. Sono 34 gli italiani convocati tra i vari seminari diocesani. Messico e Nigeria i Paesi più rappresentati; in campo anche calciatori da Corea, Angola, Armenia, Venezuela e Sud Sudan. Torna in campo il Collegio brasiliano, accordatosi con il Collegio portoghese per dar vita alla Alleanza Luso-Brasiliana. Interessante si preannuncia la formazione del Collegio Franco-Belga. Nei capitani delle formazioni è ancora vivo il ricordo del maggio scorso, quando, insieme agli altri capitani in udienza da Papa Francesco gli donarono la maglia delle rispettive squadre finaliste e il Pontefice autografò alcune casacche, benedisse la coppa, assieme al pallone della finale. “Evangelizzate anche su un campo di calcio. La vostra missione è una sfida quotidiana”, l’esortazione ai calciatori di Bergoglio prima del selfie collettivo con i capitani e don Alessio Albertini, assistente ecclesiastico nazionale del Csi.
Il regolamento prevede la possibilità di effettuare cinque sostituzioni, chiamare il time out di cinque minuti, sanzionare i giocatori con il cartellino azzurro, espulsione temporanea di cinque minuti in caso di grave scorrettezza. Prevista inoltre prevede l’espulsione per 5 minuti. Ogni match che al termine dei minuti regolamentari finisse in parità, si concluderà ai calci di rigore, con due punti alla squadra migliore dal dischetto ed un solo punto al team sconfitto. Alla fine di ogni gara si effettuerà regolarmente uno speciale “terzo tempo”; oltre alla stretta di mano una preghiera comune.