Politica

El Salvador: i vescovi si congratulano per la pressione popolare che ha bloccato la privatizzazione dell’acqua. “Ora riprendere il progetto di legge fermo dal 2006”

Riprendere il progetto per una Legge generale dell’Acqua, cambiare l’attuale sistema pensionistico, una Legge per la Riconciliazione nazionale autentica. Sono le tre richieste formulate ieri, in una conferenza stampa, tenuta nel giorno della prima festa di san Óscar Romero, dal presidente della Conferenza episcopale dell’El Salvador (Cedes), mons. José Luis Escobar Alas, arcivescovo di San Salvador.
L’Episcopato prende le mosse dalla decisione presa dalla Commissione Ambiente e cambio climatico del Parlamento, che lo scorso 18 marzo aveva previsto che la Giunta direttiva dell’Ente che gestisce l’acqua restasse in mani private. Una scelta revocata solo tre giorni dopo, a causa della pressione popolare. Secondo mons. Escobar, quello approvato era “un chiaro intento di privatizzare l’acqua”. L’arcivescovo si rallegra “per la coraggiosa difesa del diritto umano all’acqua e l’esigenza che non sia privatizzata” da parte del popolo salvadoregno. La nota prosegue chiedendo ai deputati di “riprendere il progetto della Legge generale dell’acqua, proposto fin dal 2006”, e la proposta presentata dall’Università Centroamericana (Uca), dalla Chiesa e da altre organizzazioni nel 2017.
Mons. Escobar chiede anche il cambiamento dell’attuale sistema pensionistico, “altamente ingiusto” verso i lavoratori, che hanno “il legittimo diritto” a una pensione degna. E reitera, a una settimana da un altro più ampio pronunciamento, la richiesta che il Parlamento approvi una Legge per la Riconciliazione nazionale autentica, che “porti giustizia restaurativa alle vittime del conflitto armato, dando pieno compimento alla sentenza del 2016, da parte della Corte Costituzionale, quando fu bocciata la legge sull’amnistia”. Di amnistia generalizzata si è infatti tornati a parlare in queste settimane, suscitando la condanna non solo della Chiesa, ma si numerose organizzazioni internazionali che non vogliono far passare un colpo di spugna su violenze commesse per decenni nel Paese.