(dal Marocco) “Si contano nel mondo 3 miliardi di musulmani e cristiani. Quasi la metà dell’umanità. Penso che se riusciamo a mettere d’accordo musulmani e cristiani per fare la pace, per costruire un mondo nuovo, più giusto e più fraterno, l’umanità farebbe un passo in avanti incalcolabile”. Lo afferma mons. Cristóbal López Romero, arcivescovo di Rabat, in un’intervista al Sir rilasciata alla vigilia del viaggio di Papa Francesco in Marocco il 30 e il 31 marzo. Dopo il viaggio ad Abu Dhabi lo scorso mese, il Papa sarà di nuovo in un Paese a maggioranza musulmana. Per spiegare l’interesse con cui il Papa guarda all’Islam, l’arcivescovo dice: “Siamo religioni monoteiste, crediamo nell’unico Dio Onnipotente e Misericordioso. Non possiamo essere un problema. Dobbiamo essere parte della soluzione del problema. Non possiamo continuare ad essere avversari, meno ancora nemici. Dobbiamo essere amici e fratelli e lavorare insieme per la pace, la giustizia, per l’amore”.
Quella in Marocco è una visita che cade a pochi giorni dal terribile attentato alle comunità islamiche della Nuova Zelanda. “Questo attentato è stato terribile ma proprio per questo, credo che sia più importante ancora dare al mondo dei segni contrari. Dobbiamo dare al mondo dei segni di amicizia, di pace, di fraternità perché si veda che non è vero l’islam è terrorismo e non è vero che i cristiani sono contro i musulmani. Ma siamo tutti a favore sempre della pace e dell’amore. Penso che queste tragedie diano più importanza a questo momento della visita del Papa in Marocco”. Quale l’auspicio per il futuro della Chiesa dopo la visita del Papa? “Spero che il Papa ci riempi di speranza e faccia bruciare i cuori nel fuoco dell’amore. Mi aspetto che ci confermi nel nostro percorso che come Chiesa stiamo facendo in Marocco. Che ci dica: andate avanti con coraggio”, risponde l’arcivescovo di Rabat.