Convegno

Giustizia riparativa: Agia, “lo strumento più famoso per svolgerla è la mediazione penale con l’incontro vis à vis”

La vittima di un reato ha bisogno di essere ascoltata, di esprimere le proprie paure, di essere rassicurata che non avverrà più. Si pone delle domande: perché a me? “La giustizia riparativa si offre come spazio in cui queste domande e questi bisogni possono trovare risposta e dimora – spiega l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, in occasione del convegno in corso a Roma alla Camera dei deputati su mediazione penale e giustizia riparativa -. L’autore di reato è l’unico che può rispondere ad alcune domande e – contro ogni apparente logica – è l’unico che può aiutare a superare certe paure”.
La giustizia riparativa può essere svolta attraverso diversi strumenti. “Il più famoso e più importante è la mediazione penale – chiarisce l’Agia -. Esso si sostanzia nell’incontro, con l’aiuto dei mediatori, tra l’autore di un reato e la vittima. L’incontro vis à vis è preceduto da uno o più colloqui singoli, in cui i mediatori spiegano il funzionamento della mediazione e raccolgono il consenso a parteciparvi”. Durante l’incontro “le parti hanno la possibilità di esprimere il proprio vissuto e ascoltare quello dell’altro, dare parola alla sofferenza e al conflitto, che per essere superato deve essere prima accolto e riconosciuto. Non è detto che le parti si riconcilino e non vi sono obiettivi pre-confezionati”. Dal riconoscimento della sofferenza causata “può nascere il desiderio di riparare, attraverso un gesto simbolico o attraverso una restituzione materiale volontaria. In altri casi il solo dialogo è vissuto come una riparazione sufficiente”.
Altri strumenti di giustizia riparativa sono “le family group conference, dove il dialogo è esteso ai gruppi parentali, le community conferences, percorsi che prevedono il coinvolgimento della comunità (vicinato, insegnanti, amici…), o ancora i restorative circles, percorsi che vedono l’incontro simultaneo di più autori di reato e più vittime”.