Salute: Policlinico Gemelli, al via il percorso clinico assistenziale dedicato ai pazienti con tumori maligni della testa e del collo

Rappresentano il 6% di tutti i tumori maligni, ma di loro si parla ancora troppo poco. Ai tumori della testa e del collo il Policlinico Gemelli di Roma dedica un nuovo percorso clinico assistenziale che sarà presentato domani, alle 10.30, nella hall dell’ospedale. A promuovere il percorso sono gli specialisti della Fondazione Gemelli e a illustrare le caratteristiche specifiche del percorso sarà Antonio Giulio de Belvis, direttore Uoc percorsi e valutazione outcome clinici della Fondazione Gemelli. I tumori della testa e del collo rappresentano il 6% di tutti i tumori maligni, eppure tali neoplasie sono effettivamente delle “grandi assenti” nella comunicazione dedicata all’oncologia. L’incidenza è maggiore nei pazienti di 60-70 anni, ma di recente si è osservato un incremento di casi nei soggetti più giovani (sotto i 40 anni) e in quelli più anziani (sopra gli 80 anni). I fattori di rischio sono rappresentati dal fumo di sigaretta, dal fumo di marijuana, dal consumo di alcol e, per alcuni tumori dell’orofaringe (tonsilla palatina, tessuto linfatico della base della lingua) e del rinofaringe, da infezioni virali quali quelle da Papilloma Virus e da Ebstein Barr Virus. Ogni anno al Policlinico Gemelli vengono diagnosticati e trattati più di 400 casi di questi tumori. “Nella maggior parte dei casi i tumori della testa e del collo – spiega Gaetano Paludetti, ordinario di Clinica otorinolaringoiatrica all’Università Cattolica e direttore Area Testa e collo della Fondazione Policlinico Gemelli Irccs – sono spesso diagnosticati tardivamente e dunque trattati in stadio avanzato, condizionando negativamente l’esito del trattamento. Pertanto, il riconoscimento tempestivo dei segni e sintomi tipici è presupposto fondamentale per una diagnosi precoce e per la scelta di un trattamento efficace e sovente meno invasivo, con sequele di minor entità e maggiori probabilità di guarigione clinica”. “La scarsa attenzione alla prevenzione da parte di questi pazienti è un dato di fatto – sottolinea de Belvis – ancor più evidente in chi vive in condizioni di svantaggio o di fragilità sociale. Questo percorso, oltre a identificare la sequenza più appropriata di azioni diagnostiche, terapeutiche, assistenziali e riabilitative, cadenzata all’interno del Tumor Board, assegna il giusto risalto alle attività di diagnosi precoce, alla sensibilizzazione sui corretti stili di vita e alla disassuefazione da abuso di alcol e sostanze, fattori di rischio per questi tumori”.

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