“Arriva la primavera e finisce l’inverno che si è classificato come il quarto più caldo di sempre sul pianeta a livello climatologico facendo registrare una temperatura, sulla superficie della terra e degli oceani, addirittura superiore di 0,84 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo”. È quanto emerge dalle elaborazioni Coldiretti, in occasione dell’equinozio di primavera delle ore 22,58 del 20 marzo che segna il cambio di stagione, sulla base dei dati della banca dati Noaa, il National Climatic Data Centre dal 1880, dalla quale si evidenzia che il record della temperatura invernale più elevata resta quello del 2016.
“La temperatura invernale a livello globale è aumentata ad un ritmo di 0,07 gradi per decennio dal 1880 ad oggi, ma il tasso – sottolinea la Coldiretti – è il doppio con un valore di 0,14 gradi per decennio a partire dal 1981, a conferma della tendenza a una accelerazione del processo di surriscaldamento del pianeta”.
Anche “in Italia si è verificata una evidente anomalia con l’inverno che – rileva la Coldiretti – è stato più caldo con una temperatura superiore di 0,40 gradi rispetto alla media del periodo di riferimento e si colloca al 23° posto tra i più bollenti dal 1800, secondo Isac Cnr. L’aumento delle temperature è accompagnato da una preoccupante siccità con la caduta al nord di circa il 50% di precipitazioni in meno che hanno lasciato le montagne senza neve e campi, fiumi e laghi all’asciutto nel momento in cui l’acqua è essenziale per l’irrigazione delle coltivazioni”.
Allo stato attuale, secondo la Coldiretti, “nel nord Italia la situazione è peggiore di quella del 2017 che ha creato difficoltà anche per gli usi civili nei centri urbani ed è costata 2 miliardi di euro in danni all’agricoltura a causa della siccità che ha tagliato i raccolti delle principali produzioni, dagli ortaggi alla frutta fino al mais, ma anche alle risaie, ai vigneti e al fieno per l’alimentazione degli animali per la produzione di latte. Sul Po in magra sembra piena estate con il livello idrometrico al Ponte della Becca di -2,89 metri, come nell’ agosto scorso, ma anomalie si vedono anche nei grandi laghi che hanno percentuali di riempimento che vanno dall’8% del lago di Como al 15% dell’Iseo fino al 28% del Maggiore” secondo l’ultimo monitoraggio della Coldiretti.