Crisi

Nicaragua: arresti durante manifestazione tra cui un sacerdote poi liberato. La condanna dall’arcidiocesi di Managua

Come accade dall’estate scorsa in Nicaragua, nessuna manifestazione era stata autorizzata. Ma ciò nonostante, molti cittadini di Managua hanno voluto ugualmente partecipare sabato scorso alla marcia per il ritorno delle libertà democratiche e per la liberazione dei detenuti politici. Il risultato è stata una repressione da parte delle forze antisommossa del regime di Ortega: 164 le persone inizialmente arrestate, tra le quali un sacerdote dell’arcidiocesi, padre Juan Domingo Gutiérrez Álvarez, vicario parrocchiale di San Agustín, nel centro città, e cugino del vescovo di Matagalpa, mons. Rolando José Álvarez. In carcere anche l’ex ministro dell’Educazione Humberto Belli. Poche ore dopo il nunzio apostolico, mons. Waldermae Stanislaw Sommertag, ha ottenuto la liberazione del sacerdote e lo ha personalmente accompagnato in canonica. L’arcidiocesi di Managua, in una nota, “deplora e condanna i fatti accaduti nel pomeriggio di sabato 16 febbraio nella capitale, che evidenziano la necessità di risolvere la crisi nazionale individuando con chiarezza le effettive responsabilità”.
La nota riporta che l’arcivescovo, card. Leopoldo Brenes, nel caso dell’arresto del sacerdote è stato “attento all’evolversi della situazione e in comunicazione con il nunzio apostolico, che ringrazia per la sua gestione e per la liberazione” di padre Gutiérrez Álvarez e di altri cittadini. Il comunicato conclude: “Speriamo che questi deplorevoli fatti provochino la massima e sincera volontà di cercare soluzioni effettive e rapide, come desideriamo noi tutti nicaraguensi”.