Film e cortometraggi
“Fedi in gioco a scuola” è il titolo della rassegna cinematografica sul dialogo interreligioso promossa dall’Acec – con il supporto di Miur e Mibac – per educare gli studenti italiani e i loro compagni immigrati all’incontro e al confronto. Il tutto attraverso il linguaggio cinematografico. Per scoprire, anche attraverso i film, l’assurdità di pregiudizi, razzismi, discriminazioni e per lavorare sui concetti di pace, solidarietà, responsabilità e non violenza, valori base della cittadinanza inclusiva. Sono circa una trentina le Sale della comunità aderenti ad Acec e oltre 60 le scuole di ogni ordine e grado in Italia, che aderiscono al progetto. Il programma gratuito prevede almeno due proiezioni di film e cortometraggi (corti di livello internazionale che non hanno ancora una distribuzione in Italia, scelti in collaborazione con Religion Today Filmfestival), accompagnati da incontri di formazione sia per i docenti sia per gli alunni al fine di analizzare lo “storytelling” cinematografico nei suoi elementi fondamentali. “Attraverso la seconda edizione di ‘Fedi in gioco’ – afferma Francesco Giraldo, segretario generale Acec – l’Acec desidera che le realtà ecclesiali riescano ad aprirsi alla contemporaneità attraverso il cinema; e stimolare la coscienza critica delle persone verso la cultura dell’incontro e della pace. Per favorire un’idea di dialogo interreligioso è importante comprendere il contesto odierno, intessuto da complessità, dal pluralismo culturale e da un “politeismo dei valori”. È fondamentale la conoscenza delle singole religioni: non ci può essere pace tra i popoli di questo mondo senza il dialogo tra le religioni universali. La risposta al bisogno della religione è positiva solo se le religioni diventano una ‘riserva di senso’ per riconoscere e difendere valori essenziali come quello della dignità umana. Le religioni possono essere fattore di unità, di integrazione e di armonia, o essere, al contrario, elementi che giocano a favore del conflitto. È responsabilità di tutte le religioni quella di delegittimare la guerra, il conflitto e la violenza”.