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“Oggi, siamo chiamati a fare memoria e, insieme, a scrivere una pagina nuova per il futuro della Chiesa in Cina”. Lo scrive il segretario di Stato vaticano, il card. Pietro Parolin, nella prefazione di “La Chiesa in Cina. Un futuro da scrivere” di Antonio Spadaro (ed. Ancora-La Civiltà Cattolica). Riflettendo sull’accordo firmato recentemente tra Santa Sede e Repubblica Popolare Cinese, il porporato osserva che “l’evangelizzazione della Cina costituisce ancora oggi una sfida decisiva per tutta la Cattolicità”. Per affrontarla, occorre “anzitutto ritessere l’unità della Chiesa”. Perché “la Chiesa in Cina ha bisogno di unità, ha bisogno di fiducia e di un nuovo slancio pastorale”. Il card. Parolin riconosce anche che “molti problemi sono ancora aperti”. “Il cammino dell’unità non è ancora interamente compiuto e la piena riconciliazione tra i cattolici cinesi e le rispettive comunità di appartenenza rappresenta oggi un obiettivo prioritario”. È per questo motivo che il cardinale reputa “quanto mai necessario” che anche in Cina “prenda avvio progressivamente un cammino serio di purificazione della memoria”. Il segretario di Stato indica poi l’“universalità” della Chiesa come il fattore che “spinge la Santa Sede a non nutrire sfiducia od ostilità verso alcun Paese, ma a percorrere la via del dialogo per superare le distanze, vincere le incomprensioni ed evitare nuove contrapposizioni”. Per questo motivo, “l’annuncio del Vangelo in Cina non può essere separato da un atteggiamento di rispetto, di stima e di fiducia verso il popolo cinese e le sue legittime autorità”.