
Ha superato le 100 ore, in alcune zone del Paese, il blackout che ha paralizzato il Venezuela a partire da giovedì scorso. Mentre nella capitale Caracas la situazione sta gradualmente migliorando, gli Stati più colpiti sono quelli occidentali e nordoccidentali (Zulia e la capitale Maracaibo, Lara, Trujillo, Mérida), anche se in tarda serata la luce è in alcuni momenti tornata anche in queste zone. Secondo i dati accertati, sono 24 le persone che avrebbero perso la vita negli ospedali, ma altre fonti parlano di centinaia di vittime, soprattutto a Maracaibo. Si parla di numerosi saccheggi nei supermercati e nei negozi e di repressioni del regime.
Ieri il Parlamento, fedele al presidente autoproclamato Juan Guaidó ha proclamato lo stato d’emergenza e lo stesso Guaidó ha emesso un decreto (che naturalmente in questa situazione non è possibile eseguire) per bloccare i rifornimenti di petrolio venezuelano a Cuba. L’Ambasciata statunitense ha invece annunciato il ritiro del proprio personale dall’Ambasciata a Caracas. Preoccupazione, inoltre, per il giornalista venezuelano Luis Carlos Díaz, del quale non si hanno più notizie. Si teme sia stato arrestato dal regime di Maduro.
Anche in questo momento drammatico, non mancano piccoli segnali di speranza, come un matrimonio celebrato nel fine settimana a Caracas, a lume di candela.
#AsíSomos esta boda a oscuras fue ayer sábado, en la Iglesia Nuestra Señora de Lourdes en San Martín, Caracas. En medio del caos y del dolor que sentimos todos los venezolanos, esta imagen muestra que nadie puede con nuestra determinación de reponernos ante la adversidad. #10Mar pic.twitter.com/halTtYrNSv
— Elyangelica González (@ElyangelicaNews) March 10, 2019