Pace

Nicaragua: Dialogo nazionale, le opposizioni ieri non si sono presentate al tavolo. Il nunzio incontra gruppo di prigionieri politici

Grosse incertezze sulla prosecuzione del Dialogo nazionale in Nicaragua. Ieri i rappresentanti del Governo, giunti al tavolo del negoziato, non hanno trovato i rappresentanti dell’Alleanza civica per la giustizia e la democrazia, che già avevano annunciato la loro assenza, dovuta sia alla necessità di riflettere dopo l’annuncio della Conferenza episcopale di non prendere parte al Dialogo come testimoni, sia alla richiesta di liberare i prigionieri politici ancora detenuti. Il Governo, tuttavia, ha emesso un comunicato nel quale conferma di voler andare avanti secondo l’agenda concordata la scorsa settimana.
Proprio un gruppo di sedici prigionieri politici, tra i quali i giornalisti Lucia Pineda e Miguel Mora, sono stati visitati ieri in due distinti momenti nel carcere femminile e nel carcere La Modelo dal nunzio apostolico, mons. Waldemar Stanislaw Sommertag, che era accompagnato dal segretario di Nunziatura, mons. Andrea Piccioni. In un comunicato della Nunziatura, si sottolinea che il nunzio “ha avuto una conversazione personale, franca e aperta con ciascuno dei detenuti e delle detenute, ascoltando con attenzione le loro parole, preoccupazioni e speranze. Ha inoltre ricordato l’importanza della preghiera, specialmente in tempo di Quaresima, per lasciarci consolare dalla vicinanza di Dio, con i cuori pieni di fiducia e con animo aperto alla ricerca della vera pace”. Mons. Sommertag ha, infine, esortato i detenuti “ad avere fede in Dio”.
Nel fine settimana il card. Leopoldo Brenes, arcivescovo di Managua e presidente della Conferenza episcopale nicaraguense (Cen), aveva confermato la decisione dei vescovi di non essere presenti come testimoni e accompagnatori al Dialogo nazionale faticosamente riavviato nei giorni scorsi: “Noi della Conferenza episcopale siamo la Chiesa. Siamo un’istituzione seria e quando prendiamo decisioni non lo facciamo in modo avventato, ma , come ho già detto, si tratta di decisioni meditate e condivise. Nonostante fossimo presenti solo sette su dieci vescovi, abbiamo ricevuto messaggi dagli altri tre e possiamo testimoniare che tutti e dieci i vescovi siamo della stessa idea”.