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Aldo Moro: la figlia Agnese, “sua testimonianza può farci bene, è importante che niente di lui vada perduto”

Nella testimonianza di Aldo Moro “c’è qualcosa che può farci bene, che può aiutarci nelle svolte della vita”. Per questo è bene che “niente di lui e del suo ricordo vada perduto”. Lo ha sottolineato Agnese Moro, la figlia del grande politico italiano rivolgendosi agli studenti riuniti alla Lumsa per la presentazione di “Ri-animare la nostra politica. Una nuova sfida per i cattolici”, il volume in cui Antonio Secchi raccoglie le lettere a lui scritte da Aldo Moro, negli anni trascorsi all’Università di Roma. “Per me è un privilegio poter raccontare ai giovani anche solo un flash su Aldo Moro, un nome spesso più legato alle modalità della morte più che alla sua vita”, ha confidato Agnese che ha definito il padre “un giurista, un politico, un uomo delle istituzioni, ma soprattutto un professore”. “Essere professore – ha aggiunto – era ciò che amava di più e a cui non ha mai voluto rinunciare perché per lui i giovani sono il meglio di noi e non si può fare nulla senza un dialogo serrato con loro”. Moro, ha spiegato, “era una persona seria, studiosa, buffa, appassionata, che aveva un grande rispetto per gli italiani e che ha fatto cose impopolari”. Era un uomo, ha ricordato, con “un profondo senso della storia” e di “grande fede”. Una fede, ha precisato, “poco raccontata, poco sbandierata e politicizzata, ma vissuta con intensità”.