Crisi

Venezuela: ancora al buio dopo oltre tre giorni, situazione grave negli ospedali. Oggi Guaidó dichiarerà lo stato d’emergenza

Un Paese, già quasi allo stremo, quasi ininterrottamente al buio da giovedì sera. Senza acqua, luce, gas, telefono, comunicazioni, per circa ottanta ore, con pochissime interruzioni (una decina di ore in tutto nella capitale). Arrivano in modo estremamente frammentario le notizie dal Venezuela. L’interruzione dei sevizi elettrici colpisce un sistema sanitario già al collasso, le stime più allarmistiche e al momento non verificabili parlano di centinaia di vittime negli ospedali e nelle cliniche. Secondo quanto riportato attraverso il canale Telegram “Servicio de información pública” e il profilo Twitter del giornalista Gustavo Ocando (corrispondente, tra l’altro, della Bbc), 296 persone sarebbero morte soltanto nell’ospedale Universitario di Maracaibo (tra cui ottanta neonati), la seconda città del Paese e forse la più provata dal blackout. Fonti Sir vicine alla Conferenza episcopale venezuelana confermano l’estrema difficoltà nell’avere numeri certi, in questo momento, ma non si escludono gli scenari drammatici. “La mancanza di luce – spiegano – non permette il funzionamento delle pompe di benzina, mancano alimenti in molti luoghi, si sono già deteriorati tanti cibi che hanno bisogno di essere conservati in frigorifero”.

Il presidente autoproclamato Juan Guaidó ha diffuso ieri in serata (ora italiana) un’informativa nella quale afferma: “16 Stati continuano a essere assolutamente senza luce, c’è luce solo parzialmente in 8 Stati. Fino a ieri sera si registravano 17 omicidi nel contesto del blackout, però ci sono informazioni non ufficiali che la cifra potrebbe arrivare a 60 vittime. Per lunedì abbiamo convocato una sessione straordinaria del Parlamento per decretare uno Stato di emergenza nazionale, secondo l’articolo 338 della Costituzione”. Guaidó si rivolge così al popolo venezuelano: “Faccio appello a tutto il popolo del Venezuela, nel mezzo dell’oscurità e disperazione, perché si rialzi”. Dal canto suo, il Governo di Maduro, che ha chiuso per oggi le scuole, continua a parlare di sabotaggio internazionale, ma il minimo che si possa affermare è la totale incapacità del Governo di fronteggiare l’emergenza, mentre, come si ricava dalle parole di Guaidó, si ha l’impressione che, approfittando del blackout, il regime stia eseguendo esecuzioni sommarie e regolamenti di conti.