Papa Francesco: all’Associazione nazionale magistrati, “la giustizia non un vestito occasionale, traguardo verso cui tendere ogni giorno”

“La giustizia è una virtù, cioè un abito interno del soggetto: non un vestito occasionale o da indossare per le feste, ma un abito che va portato sempre addosso, perché ti riveste e ti avvolge, influenzando non solo le scelte concrete, ma anche le intenzioni e i propositi”. Lo ha detto Papa Francesco all’Associazione nazionale magistrati, ricevuta oggi in udienza in Vaticano, in occasione del prossimo anniversario dei 110 anni dalla fondazione. Segnalando la necessità di “riaffermare con costanza e determinazione, negli atteggiamenti e nelle prassi, il valore primario della giustizia, indispensabile per il corretto funzionamento di ogni ambito della vita pubblica”, il pontefice ha evidenziato che “senza giustizia tutta la vita sociale rimane inceppata”. “Al conseguimento della giustizia devono concorrere tutte le energie positive presenti nel corpo sociale, perché essa, incaricata di rendere a ognuno ciò che è suo, si pone come il requisito principale per conseguire la pace”. Poi, una consegna ai magistrati, cui “la giustizia è affidata in modo del tutto speciale, perché non solo la pratichiate con alacrità, ma anche la promuoviate senza stancarvi; non è infatti un ordine già realizzato da conservare, ma un traguardo verso il quale tendere ogni giorno”. Il Papa si è poi detto “consapevole” delle “mille difficoltà che incontrate nel vostro quotidiano servizio”. E ne ha citate alcune: carenza di risorse per il mantenimento delle strutture e per l’assunzione del personale, la crescente complessità delle situazioni giuridiche. “Ogni giorno dovete poi fare i conti, da un lato, con la sovrabbondanza delle leggi, che può causare una sovrapposizione o un conflitto tra leggi diverse; e, dall’altro, con vuoti legislativi in alcune importanti questioni, tra le quali quelle relative all’inizio e alla fine della vita, al diritto familiare e alla complessa realtà degli immigrati”, ha aggiunto Francesco. “Queste criticità richiedono al magistrato un’assunzione di responsabilità che va oltre le sue normali mansioni ed esige che egli constati gli eventi e si pronunci su di essi con un’accuratezza ancora maggiore”.

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