51° Sant’Egidio: Impagliazzo (presidente), “più ascolto e dialogo per realizzare un mondo più fraterno”

“A Roma come altrove siamo di fronte al laboratorio di una nuova società, che fa perno sul vivere nelle città, ma spesso si è distanti gli uni dagli altri. Il vero grande problema è che le nostre città sono popolate da molte, troppe solitudini. Per questo, cerchiamo ogni giorno umilmente di consolidare il senso del destino comune che c’è nell’umanità: salvezza dall’isolamento e dalle sue tristi conseguenze”. Lo ha detto il presidente di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, nel suo saluto durante la messa a San Giovanni in Laterano per i 51 anni della Comunità. Ricordando che Sant’Egidio “ama molto Roma, la sua gente e le sue periferie”, Impagliazzo ha affermato che, a partire dall’esperienza maturata in cinquant’anni di “amicizia verso tutti”, intende “realizzare un mondo più fraterno” dove ci sia “più ascolto e più dialogo a tutti i livelli della società”. “Per noi è fondamentale entrare in dialogo con tutti. L’arte del dialogo è un parlare vero e pacifico, nutrito di incontri. C’è bisogno di più ascolto e di più dialogo a tutti i livelli della società. È possibile realizzare un mondo più fraterno, ma bisogna realizzarlo senza paura e realizzarlo insieme”. Essere comunità per “noi di Sant’Egidio” – ha sottolineato il presidente – significa “ritrovare la forza di un ‘noi’ che non lascia fuori nessuno ed essere al servizio di tutti”. Alle celebrazione hanno partecipato persone di ogni età, proveniente da tutti i quartieri della Capitale, assieme ai poveri aiutati dalla Comunità e a chi ne accompagna il cammino. In rappresentanze delle istituzioni, i ministri della Difesa, Elisabetta Trenta e dell’Economia, Giovanni Tria.

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