Conflitti

Yemen: Medici senza frontiere, “sconcerto per gli esiti dell’indagine sul bombardamento del centro colera di Abs. False accuse vengano ritirate”

(Foto: Medici senza frontiere)

Medici senza frontiere (Msf) è “sconcertata” dalle dichiarazioni della squadra incaricata dalla Coalizione guidata da Arabia Saudita ed Emirati (Selc) di indagare sul bombardamento del Centro di trattamento colera di Msf ad Abs, in Yemen, avvenuto l’11 giugno 2018, e chiede che “i risultati dell’indagine vengano rivisti e che le false accuse contro Msf vengano ritirate”.
In una nota, l’Ong rileva che “sebbene il rapporto riconosca la Selc come parzialmente responsabile del bombardamento, fallisce nel fare piena luce – e nell’attribuire chiare responsabilità – sull’ennesimo attacco contro l’azione medico-umanitaria in Yemen. Al contrario, il rapporto cerca di allontanare la responsabilità dell’attacco dalla Selc, dichiarando che Msf non aveva preso le misure appropriate per prevenire il bombardamento” anche se, afferma l’Ong, “nel compound in cui si trova il Centro di trattamento erano apposti tre loghi distintivi, e Msf aveva condiviso per iscritto la sua posizione almeno 12 volte con le autorità della Coalizione competenti”.
“Secondo il diritto internazionale umanitario – dichiara Teresa Sancristoval, direttore delle operazioni di Msf –, le strutture mediche sono strutture protette e per legge non possono essere colpite, anche se non sono contrassegnate come tali o se le loro posizioni geografiche non sono state condivise con le parti in guerra. È unicamente responsabilità delle parti armate di un conflitto prendere tutte le misure necessarie per garantire che le strutture protette non vengano attaccate”. Per cui, “l’onere non può ricadere sui civili e sullo staff medico.”
Sebbene nessun paziente e nessun membro dello staff sia stato ucciso nell’attacco, i danni arrecati al Centro di trattamento, che era stato costruito da poco, lo hanno reso inagibile e hanno reso impossibile ricevere pazienti. Nell’area Msf fornisce servizi medici a una popolazione di oltre un milione di persone con più di 2.200 operatori umanitari nel Paese, che lavorano in 12 ospedali e centri sanitari, e forniscono supporto in altri 20. Dal marzo 2015 all’ottobre 2018 Msf ha assistito nelle sue strutture o in quelle supportate 973.095 pazienti, ha effettuato 76.436 interventi chirurgici e ha fatto nascere 64.032 bambini.