“Vorrei creare una società simbiotica umano-robot. Per realizzare questa visione di società ho cominciato nel 2000 con una serie di robot semplificati, poi più interattivi e infine umanoidi. Perché abbiamo bisogno di umanoidi? Perché il cervello umano è fatto per conoscere e interagire con altri umani, per questo è importante che l’aspetto dei robot sia il più possibile simile all’uomo”. Ne è convinto lo scienziato giapponese Hiroshi Ishiguro, ideatore del robot “Geminoid” che ha le sue stesse sembianze, intervenuto alla prima sessione del workshop “Robo – Ethics. Humans, machines and health” promosso questo pomeriggio e domani in Vaticano dalla Pontificia Accademia per la vita (Pav). “Per comprendere gli esseri umani abbiamo bisogno di robot androidi”, la tesi dello scienziato, secondo il quale la sfida è “identificare con quali elementi costruire robot androidi simili a umani, ossia con funzioni umane ad ampio livello”. Per fare questo, spiega, “ci concentriamo sugli effetti meccanici ma anche sul livello cognitivo, su una serie di funzioni relative al desiderio, alla coscienza, ai rapporti sociali”. Ishiguro informa che il suo laboratorio sta sviluppando robot androidi che insegnano le lingue e vorrebbero crearne altri per “arrivare ad un robot da compagnia in grado di compiere funzioni umane, assistere anziani o lavorare nei ristoranti”. “Occorre integrare intelligenza e desiderio nei robot – aggiunge -, stiamo migliorando perché il robot passi il test che consiste nel confronto tra un robot manipolato da un umano e un robot controllato da una tecnologia”. Ulteriore questione “l’accettazione a livello sociale”. Ishiguro racconta di esperimenti effettuati con persone anziane che conversano con robot e che, assicura, hanno dato “buoni risultati”. Per quanto riguarda il futuro dell’umanità, lo scienziato ipotizza una duplice evoluzione: una su base genetica e una su base tecnologica. “Tra decine di migliaia di anni – afferma – gli esseri umani potranno diventare una forma di vita intelligente ma inorganica, una sorta di nuova evoluzione. La società simbiotica umano-robot non avverrà a breve – conclude – ma è questa la mia idea di futuro”.