
“Un invito a spenderci per favorire una cultura del rispetto e della tenerezza verso la vita: soprattutto quella più fragile e indifesa: dal suo concepimento al suo congedo. Ponendo speciale attenzione alla sua protezione da tutte le violazioni che attentano alla sua integrità spirituale e morale, oltre che psichica e fisica, approfittando della condizione di debolezza, dello stato di soggezione, della mancanza di protezione”. Così l’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita (Pav), nell’indirizzo di saluto a Papa Francesco, che oggi ha ricevuto in udienza i partecipanti all’Assemblea plenaria della Pav di cui si celebra quest’anno il 25° anniversario della nascita, ha definito la lettera Humana Communitas inviata dal Pontefice all’Accademia. L’Assemblea, che si è aperta questa mattina nell’Aula nuova del Sinodo (25 – 27 febbraio), ha per tema: “Roboetica. Persone, macchine e salute”, che è anche il tema del workshop pubblico che prende il via oggi pomeriggio e si svolgerà fino a domani sera”. Una “violazione particolarmente odiosa – ha proseguito Paglia – quando colpisce la tenerà età: bambini scartati, abusati, abbandonati a loro stessi ed esposti alle prevaricazione degli adulti. In questi giorni di duro e giusto esame di coscienza per la Chiesa stessa, le siamo stati particolarmente vicini, con cuore umile e grato di credenti”. La tutela della vita, avverte il presidente della Pav, “non cessa certamente con la nascita: la vita rimane in molti modi esposta alla violazione della sua integrità e della sua dignità umana. La responsabilità di stare sulla frontiera della vita, nella sua totale ampiezza, è in impegno preciso dell’Accademia. E oggi lo è in maniera particolare: dopo l’attenzione alla cura del creato, ora deve esserci quella verso l’umano, verso ogni persona e l’intera famiglia umana”.