“Il dolore che proviamo oggi per Renata ci spinge a gridare a gran voce ‘Non è possibile morire così!’. Dobbiamo e possiamo fare tutti di più, ciascuno nel proprio ruolo affinché non si lasci da solo chi vive nella povertà più assoluta”. Lo scrive in una nota il direttore della Caritas di Ischia, don Gioacchino Castaldi, in riferimento alla morte di Renata Hamera, clochard di nazionalità polacca, in passato ospite del centro di prima accoglienza “Giovanni Paolo II” della Caritas. “Possiamo testimoniare che Renata ha provato a riprendere in mano la sua vita, incoraggiata e sostenuta dai volontari del Centro: sembrava che ci fosse riuscita! Ci aveva comunicato poco tempo fa di aver trovato lavoro; cosa sia accaduto dopo non lo sappiamo. Come Caritas ci pesa come un macigno non essere riusciti a sapere che si trovava nuovamente in difficoltà”. Il direttore di Caritas Ischia ricorda i casi di tante altre persone che vivono in luoghi abbandonati. “Molti li conosciamo perché frequentano la Mensa Caritas di Forio e sentiamo di dire che sull’Isola è necessaria un’azione comune che veda unite Chiesa ed enti locali per rispondere alle molteplici richieste di aiuto, perché il centro di prima accoglienza della nostra Caritas non basta più”. “Questo tragico evento – auspica don Castaldi – segni una maggiore sintonia tra le istituzioni e un rinnovato impegno di tutta la nostra comunità civile isolana”.