Testimonianze
“Ci siamo chiesti se c’è una via per uscire dalla guerra, se esiste uno sguardo capace di andare alla radice dei contrasti e dell’odio. Ci siamo chiesti come possono contribuire la parola, la cultura e lo sguardo delle donne alla possibile via di uscita”. A parlare sono Maria Concetta Sala e Mariella Patinati. La prima è ideatrice e curatrice della rassegna di incontri “La parola alla Siria. Voci creative di donne in esilio”, che si è chiusa oggi a Palermo, la seconda è la presidente dell’Udi Palermo, che ha organizzato l’evento, parte integrante della sezione “parola” della Biennale Arcipelago Mediterraneo, festival internazionale di teatro, musica e arti visive dedicato alle culture e ai popoli che si affacciano sul Mediterraneo e incentrato sulle tematiche del dialogo e dell’accoglienza.
Momento rappresentativo della settimana di appuntamenti è stato il conferimento, oggi, della cittadinanza onoraria a padre Paolo Dall’Oglio, gesuita romano, scomparso sei anni fa in Siria. A contorno intense occasioni di testimonianza e confronto dei quali sono state protagoniste cinque donne: la scrittrice e giornalista curdo-siriana Maha Hassan, la poetessa siriana Maram Al- Masri, la designer siriana Sana Yazigi, l’architetta di Damasco Suad Amiry e la scrittrice, giornalista e traduttrice libanese Honda Barakat. Accanto a loro, oltre a Francesca Dall’Oglio, sorella di Paolo, personalità del mondo della cultura e delle comunicazioni sociali italiani.
“Dare parola ad artiste, scrittrici ed intellettuali rappresentative dell’aria mediterranea e mediorientale può essere la chiave giusta per leggere gli accadimenti degli ultimi anni. Queste donne – dicono le organizzatrici – attraverso le loro opere hanno attuato e continuano ad attuare una forma di resistenza alla guerra il brutale esercizio della forza, manifestando lucidità, coraggio e il desiderio di futuro”.