Violenza

Brasile: p. Bombieri (comboniano) su uccisioni indigeni, “scontiamo vuoto dello Stato ed educazione in frantumi. Noi cerchiamo di dare speranza”

“Qui scontiamo l’assenza totale dello Stato, l’educazione è in frantumi”. Lo denuncia al Sir padre Claudio Bombieri, missionario comboniano originario di Verona, da oltre trent’anni in servizio a fianco degli indios, nello Stato brasiliano del Maranhão, commentando quanto accaduto sabato scorso lungo l’autostrada BR-226, dove due indigeni che facevano parte di un più ampio gruppo che procedeva a bordo di motociclette sono stati uccisi dai colpi di pistola sparati da un’auto che sopraggiungeva. Oggi, inoltre, un terzo indigeno è stato travolto da un’auto nello stesso punto. “Chi compie da anni questo tipo di assalti e rapine, dice, è figlio di questo vuoto, è pieno di rabbia e intolleranza. Ci sono persone che vengono da fuori, altri sono indios. Saranno dodici o tredici su 10mila persone, in qualche caso figli o nipoti dei capi indigeni. Ma i mandanti sono esterni. Rubano smartphone, tablet, e poi li rivendono o ricevono armi in cambio”.
Rivela il missionario: “Ho parlato con il pubblico ministero, dopo l’arresto di uno dei responsabili degli omicidi di sabato, preso dopo poche ore, mi ha detto che aveva subito confessato. Gli ho chiesto se gli aveva domandato da dove vengono le sue armi e dove va la refurtiva delle rapine. Ma mi ha risposto che no, non gli aveva rivolto queste domande. Qui prendono sempre i pesci piccoli”.
Padre Bombieri spiega ciò che cerca di fare, di fronte a questa situazione: “Anche noi siamo pochi, ma di fronte all’assenza dello Stato cerchiamo di dare speranza agli indigeni, di investire sul loro autosostentamento e sulla loro formazione. Per fare un esempio, fanno ancora la farina di manioca a mano, senza macchine. Cerchiamo di avviare alcuni giovani a studiare, nelle scuole agricole o zootecniche”.
Certo, il clima è difficile, anche per le prese di posizione dell’attuale Governo: “Il linguaggio di Bolsonaro è simile a quello che si sente qui tante volte, di odio verso gli indios. Poi, si trova sempre qualche gruppo minoritario, come accaduto qualche tempo fa, che difende l’affitto delle terre indigene a favore delle grandi coltivazioni di soia. E magari si fa fotografare a Brasilia con il presidente”.