Violenza

Brasile: nel Maranhão ucciso anche un terzo indigeno, travolto da un’auto. Padre Bombieri (comboniano), “fatti figli di grande rabbia e intolleranza”

“Sì, è stato un tiro a segno indiscriminato, per certi aspetti immotivato, espressione di intolleranza e rabbia”. Padre Claudio Bombieri, missionario comboniano originario di Verona, da oltre trent’anni in servizio a fianco degli indios, nello Stato brasiliano del Maranhão, commenta per il Sir l’ultimo episodio, avvenuto sabato, che ha avuto vasta eco non solo in Brasile.
Due indigeni dell’etnia Guajajara – Firmino Prexede Guajajara e Raimundo Benício Guajajara – sono stati uccisi sabato nello Stato brasiliano del Maranhão. Un gruppo di indigeni stava procedendo in motocicletta lungo un tratto dell’autostrada BR-226, nel comune di Jenipapo dos Vieiras. Improvvisamente, sono stati attaccati da un’automobile di grossa cilindrata, dalla quale sono partiti numerosi colpi di pistola. Due capi indigeni sono morti nell’attacco. Altri due indigeni sono rimasti feriti. Il fatto criminoso è avvenuto a poco più di un mese di distanza dall’uccisione della guardia indigena Paulo Paulino Guajajara, avvenuta all’interno della Terra indigena dell’Araribóia. E proprio poco dopo aver parlato con lui giunge al Sir la notizia che un terzo indigeno è morto nello stesso luogo di sabato, letteralmente investito lungo la strada. Cresce, così, il clima di tensione tra gli indigeni e tra il resto della popolazione.
“Questi episodi, in realtà, sono molto diversi tra loro – dice il missionario –. Nel caso accaduto il mese scorso, è stata colpita la capacità di resistenza e monitoraggio di chi difende il patrimonio forestale. L’attentato di sabato scorso ha un’altra origine, rappresenta l’episodio più grave di una lunga serie di fatti che accadono da 5-6 anni. In quel tratto dell’autostrada BR-226 accadono frequenti attacchi, assalti e rapine. Ma gli indigeni mi raccontano addirittura di camion e auto che cercano a volte di spaventare i pedoni indigeni, a volte proprio di investirli”. Dicono: “Facciamoli fuori”, “diamo loro lezioni di morale”. Padre Bombieri racconta un episodio avvenuto all’inizio dell’anno: “Spesso le corriere girano con a bordo guardie armate. In un’occasione una corriera ha fatto salire tre indigeni, che sono stati uccisi dalle guardie una volta saliti”.