Il lavoro prima di tutto, ma anche la voglia di partecipare di più alla vita della città. Sono alcuni dei tratti dei giovani di Torino così come emergono da “Il disagio giovanile nelle periferie” una ricerca promossa dall’arcidiocesi del capoluogo piemontese che è stata messa a confronto con altre indagini sulla stessa categoria di popolazione.
Smentendo molti preconcetti, l’indagine fa emergere l’attenzione dei giovani nei confronti del lavoro visto come uno dei problemi principali da parte di chi ha fra i 15 e i 29 anni; probabilmente anche perché in questa fascia di età il tasso di disoccupazione arriva al 33,4% contro una media del 9,8%. Forte sembra anche essere il senso di appartenenza a Torino così come la presenza di alcuni valori legati alla famiglia e all’amicizia.
La ricerca indaga anche la distribuzione geografica della popolazione giovanile in città. La maggior presenza di giovani sotto i 24 anni è stata rilevata nei quartieri più “popolari” (Aurora e Barriera di Milano), dove fra l’altro metà dei giovani è di origine straniera. Gli studenti sono oltre 110mila gli studenti. Mentre la distribuzione sulla base dei titoli di studio cambia a seconda del quartiere: i diplomati e laureati sono l’80% nel centrale quartiere della Crocetta e scende al 38% a Falchera. Mentre risulta essere del 13,7% la percentuale di giovani che si ferma alla scuola media e dell’11% quella dei ‘neet’.
La voglia di partecipare e di essere coinvolti emerge tuttavia da altri numeri. Il 45% dei 16-18enni frequenta gruppi sportivi o associazioni e di questi il 12% fa volontariato. I giovani, inoltre, vorrebbero essere consultati su politiche pubbliche come cultura e tempo libero (22%), mobilità (19%), scuola e orientamento (18%) e per una Torino del futuro migliore e più sostenibile ritengono servano più aiuto reciproco e volontariato, tecnologie meno inquinanti, meno macchine e più bici.