Anniversario

55° Sermig: 27 milioni di ore di volontariato e 3.680 progetti di solidarietà

Sono pari a 27 milioni le ore di volontariato erogate in 55 anni di attività dal Sermig “Arsenale della Pace” che oggi a Torino ha celebrato il suo compleanno con una analisi degli effetti sociali oltre che economici di quanto è stato fatto. Il “bilancio”, elaborato da un gruppo di economisti e ricercatori dell’Università di Torino, è stato illustrato oggi alla presenza del capo dello Stato, Sergio Mattarella. Sono ad oggi 16 milioni e 700mila le notti di ospitalità offerte, circa 3mila i pasti offerti ogni giorno nelle diverse strutture. Attualmente i volontari sono poco più di mille che diventano circa seimila lungo tutto l’arco di attività del Sermig; 3.680 gli interventi umanitari e i progetti di sviluppo che hanno coinvolto 155 nazioni. Quasi 9mila, invece, le tonnellate di materiali vari (dai medicinali agli alimenti ai vestiti) spediti in giro per il mondo. In media, nelle diverse strutture che fanno capo al Sermig, ogni notte trovano ospitalità 1.900 persone, mentre lungo i 55 anni sono stati distribuiti circa 26 milioni e 800 mila pasti. Sono poi 585 i bagni, 7 le chiese, 120 le aule e i laboratori, 15 le centrali termiche che fanno parte delle strutture Sermig che, in totale, hanno raccolto 9 milioni 640mila “atti di generosità in servizi e aiuti materiali”. Importante l’attività del Sermig anche dal punto di vista culturale con 30mila incontri seguiti complessivamente da 14 milioni di persone. Sono poi 8.780 gli allievi che hanno frequentato le scuole e i corsi di formazione e alfabetizzazione. Mentre l’Università del Dialogo, inaugurata nel 2004, ha finora raccolto 45mila presenze. L’insieme delle strutture, aperte 24 su 24 per 365 giorni all’anno, copre 142mila metri quadrati. “Ogni volta che avete un problema – ha detto Ernesto Olivero, il fondatore del Sermig, commentando i numeri dell’attività -, non analizzatelo come un problema ma mettetevi nel problema”. Sempre Olivero ha sottolineato come “la sintesi di tutto questo si racchiude un una parole: grazie”.