Politica

Spagna: domani quarta elezione in quattro anni. Paese diviso, tra Europa e indipendentismo catalano

“Quattro elezioni in quattro anni: domenica 10 novembre, gli spagnoli torneranno a votare per rinnovare il parlamento. Dopo cinque mesi di trattative fallimentari tra il premier Pedro Sánchez e gli altri partiti eletti all’ultima tornata di aprile, il re Filippo VI ha ridato la parola ai cittadini con la speranza che l’impasse si sblocchi”. Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale, www.ispionline.it) dedica oggi un dossier all’evento. “Per quali motivi Sanchez non ha trovato l’accordo per una nuova coalizione? Quanto pesano la questione della Catalogna e il nuovo nazionalismo spagnolo? Quali le altre grandi sfide per il prossimo primo ministro?”, sono alcuni degli interrogativi cui cercano di rispondere gli esperti di politica europea e iberica. “Stando ai sondaggi, la Spagna – riferisce Ispi – corre il rischio di ritrovarsi dopo il voto in una situazione sostanzialmente analoga a quella uscita dalla tornata di aprile. I sei partiti principali del parlamento spagnolo sono infatti divisi in due blocchi, centrodestra e centrosinistra, con percentuali di preferenze simili: a destra il Partito popolare, Ciudadanos e Vox sono dati complessivamente al 44%; a sinistra Partito socialista, Podemos e il nuovo partito Más País avrebbero circa il 42% dei voti”.
Analogamente a quanto accaduto dopo le elezioni di aprile, “nessuno dei due blocchi sarebbe dunque in grado di formare una maggioranza e, salvo alleanze trasversali tra destra e sinistra, un nuovo stallo potrebbe quindi attendere il parlamento spagnolo”.
“Come per il precedente governo di Sánchez, a decidere il destino del prossimo governo potrebbero quindi essere i voti dei deputati dei partiti regionalisti baschi, delle isole Canarie e soprattutto della Catalogna, che insieme rappresentano secondo i sondaggi il 13% degli elettori. Quanto sta accadendo a Barcellona nelle ultime settimane potrà dunque avere riflessi sia sul futuro dell’indipendentismo catalano, sia sulle fortune del prossimo governo nazionale”.