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Paraguay: al via l’Anno della Parola. Vescovi, “ascoltare richieste di equità dei cittadini”

Un positivo bilancio del Triennio della Gioventù e la convocazione di un Anno dedicato alla Parola. E la richiesta che venga installato un tavolo tra Governo e società civile su alcune questioni sociali. Sono questi alcuni dei temi trattati dalla Conferenza episcopale paraguagia (Cep) al termine dell’Assemblea plenaria, che si è conclusa ieri. Il 2020 sarà un Paraguay “Anno della Parola di Dio” e ciò comporta la richiesta che sua promossa la lettura della Bibbia in ogni parrocchia e in famiglia. Intanto, Il Triennio della Gioventù vedrà il suo momento finale con il pellegrinaggio del 30 novembre a Caacupé, ma “questo tempo di grazia ha già iniziato a dare i sui frutti”, soprattutto in una rinnovata presa di coscienza da parte dei giovani del loro ruolo e della loro responsabilità nella pastorale e nella vita della società. “Vediamo in loro con speranza il risveglio di una Chiesa missionaria, in uscita, a servizio di una società rinnovata e forgiata con i valori del Vangelo”. Proseguono i vescovi: “I recenti eventi sociali e politici, sia nazionali che di Paesi fratelli, richiedono la dovuta attenzione alle richieste sociali dei cittadini. La crisi morale e la crisi di fiducia nell’efficacia della politica portano a un indebolimento della democrazia e dell’ordine istituzionale, come garanzie di pace e giustizia”.
Le richieste di inclusione e parità di trattamento, secondo la Cep, “indicano la necessità di rafforzare e migliorare la democrazia partecipativa e rappresentativa, basata sulla promozione e il rispetto dei diritti umani e incentrata sulla costruzione della fraternità e della coesistenza pacifica. L’azione politica non può ignorare le sfide sociali del nostro Paese”. Importante, in questo caso, il ruolo della società civile nel cercare di “generare importanti cambiamenti per realizzare politiche pubbliche più eque”, su salute, lavoro, educazione, sicurezza alimentare, accesso alla terra.