Messa in duomo

Diocesi: Milano, arcivescovo Delpini ordina due nuovi diaconi permanenti. Don Como, “testimonianza di fede e di servizio”

(foto chiesadimilano.it)

L’arcivescovo di Milano mons. Mario Delpini ordinerà oggi pomeriggio in Duomo, durante la Messa vigiliare delle 17.30 – diretta su Chiesa Tv (canale 195) e www.chiesadimilano.it – due diaconi permanenti: Fabrizio Santantonio, maresciallo della Guardia di finanza, e Francesco Prelz, fisico, collaboratore Cern di Ginevra. “Proprio il cammino di diaconato – spiega Fabrizio Santantonio – mi ha fatto comprendere la bellezza di portare il Signore nei luoghi di lavoro, nei rapporti con i colleghi che mi hanno sempre sostenuto, ma anche con i cittadini con cui vengo a contatto. Così il confronto con una persona che ha commesso qualche errore non è più occasione di scontro, ma di dialogo. Misericordia e giustizia possono coesistere e dover pagare per un errore è uno dei modi per essere migliori in futuro”. Francesco Prelz afferma: “Devo riconoscere che gli anni passati a studiare la teologia mi hanno fatto fare molti passi avanti rispetto al pregiudizio che avevo in partenza e oggi posso dire che per me non vi è alcuna contraddizione tra pensiero razionale e fede”.
Don Giuseppe Como, responsabile della Formazione del diaconato permanente, aggiunge: “Diaconi permanenti sono ministri ordinati che pur non presiedendo la celebrazione eucaristica, tuttavia sono, insieme ai presbiteri, collaboratori del vescovo nella sua missione pastorale, avendo la facoltà di proclamare il Vangelo, tenere l’omelia e distribuire la Comunione. Possono inoltre amministrare il sacramento del Battesimo e assistere e benedire il Matrimonio. Nella comunità cristiana, oltre a svolgere un servizio in tutti gli ambiti della vita pastorale (amministrativo, formativo, catechesi ecc.), hanno il compito specifico di prendersi cura della vita di carità, come custodi del servizio nella Chiesa. Soprattutto sono invitati a portare quotidianamente la loro testimonianza di fede e di servizio caritativo nelle loro famiglie e anche nei luoghi di lavoro, dove già svolgono una attività lavorativa professionale”.