Crisi industriale

Ex Ilva: Rizzo (Usb Taranto), “ArcelorMittal usa lo scudo penale come salvacondotto”

“Probabilmente ha ragione chi dice che ArcelorMittal usa lo scudo penale come salvacondotto per tirarsi fuori da una situazione che non è in grado di gestire”. Lo dice al Sir Franco Rizzo, coordinatore provinciale dell’Unione sindacale di Base (Usb) di Taranto, a margine dell’incontro di questa mattina con Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo economico in merito alla questione dell’ex Ilva. Ieri la multinazionale franco-indiana che ha rilevato il gruppo industriale tarantino, ha notificato ai commissari straordinari dell’Ilva la volontà di rescindere l’accordo a causa del “mancato scudo legale e ai provvedimenti del tribunale di Taranto”, oltre ad “altri gravi eventi, indipendenti dalla volontà di ArcelorMittal, che hanno contribuito a causare una situazione di incertezza giuridica e operativa che ne ha ulteriormente e significativamente compromesso la capacità di effettuare necessari interventi presso Ilva e di gestire lo stabilimento di Taranto”. Queste le motivazioni che sono state date da ArcelorMittali. Tuttavia, spiega Rizzo, il ministro “ci ha illustrato bene la situazione ed è emerso un elemento inedito, ovvero che, prima della questione dello scudo penale, ArcelorMittal aveva già fatto intendere che non c’erano più le condizioni per andare avanti. In particolare, ha sollevato la questione degli esuberi nei posti di lavoro. Tutto questo disegna uno scenario diverso, perché evidenzia come non sia a causa dello scudo penale che la multinazionale si è ritirata. Arcelor si è lamentata più volte delle condizioni che aveva trovato a Taranto e che l’impegno per rendere operativa e produttiva l’acciaieria non era economicamente sostenibile”. Da ultimo, conclude Rizzo, il “ministro Patuanelli ci ha rassicurato che  verranno convocate tutte le parti in causa, comprese quelle politiche, e una volta chiarite definitivamente le intenzioni di ArcelorMittal si lavorerà per trovare una soluzione”.