
Chi evangelizza “non può mai scordarsi di essere sempre in cammino, in ricerca insieme agli altri. Perciò non può lasciare indietro nessuno, non può permettersi di tenere a distanza chi arranca, non può chiudersi nel suo gruppetto di relazioni confortevoli”. È il monito di Papa Francesco, che ha incontrato oggi nel Palazzo Apostolico Vaticano, i partecipanti all’Incontro internazionale “La Chiesa in uscita. Ricezione e prospettive di Evangelii Gaudium”, promosso dal Pontificio consiglio per la Promozione della Nuova evangelizzazione dal 28 al 30 novembre in Vaticano. In materia di evangelizzazione secondo il Papa “servono angeli che, come fu per Maria Maddalena, portino buoni annunci: angeli in carne e ossa che si accostino per asciugare lacrime, per dire nel nome di Gesù: “non avere paura!”. “Gli evangelizzatori – ha sottolineato – sono come angeli custodi, messaggeri di bene che non consegnano risposte pronte, ma condividono l’interrogativo della vita, lo stesso che Gesù rivolse a Maria chiamandola per nome: ‘Chi cerchi?'”. “Chi cerchi – ha precisato -, non che cosa cerchi, perché le cose non bastano per vivere; per vivere occorre il Dio dell’amore. E se con questo suo amore sapessimo guardare nel cuore delle persone che, a causa dell’indifferenza che respiriamo e del consumismo che ci appiattisce, spesso ci passano davanti come se nulla fosse, riusciremmo a vedere anzitutto il bisogno di questo Chi, la ricerca di un amore che dura per sempre, la domanda sul senso della vita, sul dolore, sul tradimento, sulla solitudine. Sono inquietudini di fronte alle quali non bastano ricette e precetti; occorre camminare insieme, farsi compagni di viaggio”. Chi annuncia, ha proseguito, “non cerca fughe dal mondo, perché il suo Signore ha tanto amato il mondo da dare sé stesso, non per condannare ma per salvare il mondo. Chi annuncia fa proprio il desiderio di Dio, che spasima per chi è distante. Non conosce nemici, solo compagni di viaggio. Non si erge come maestro, sa che la ricerca di Dio è comune e va condivisa, che la vicinanza di Gesù non è mai negata a nessuno”.
E come i primi cristiani, “che avevano tutti contro, erano perseguitati eppure non si lamentavano del mondo”, questo l’invito del Papa, “non lasciamoci rattristare dalle cose che non vanno, dalle fatiche, dalle incomprensioni”: “Non lasciamoci contagiare dal disfattismo secondo cui va tutto male: non è il pensiero di Dio”.