Migranti: Unicef, “raddoppiati i rimpatri di minori dagli Stati Uniti e dal Messico a El Salvador, Guatemala e Honduras”

Più di 32mila bambini sono stati riportati dagli Stati Uniti e dal Messico a El Salvador, Guatemala e Honduras tra gennaio e agosto 2019, il doppio dei 15.711 nello stesso periodo nel 2018. È quanto denuncia l’Unicef, che sottolinea oggi come i bambini migranti nel nord dell’America Centrale, Messico e Stati Uniti si trovano ad affrontare un accesso significativamente ridotto alla sicurezza e alla protezione internazionale, in gran parte a causa della recente ondata di accordi e cambiamenti politici adottati dai governi della regione. “Mentre vengono chiusi percorsi migratori sicuri e regolari, le condizioni dei bambini e delle famiglie che vivono nel nord dell’America Centrale rimangono critiche – scrive l’Unicef in un comunicato –. Nonostante gli sforzi nazionali, la violenza, la criminalità organizzata, l’estorsione, la povertà e l’accesso limitato a un’istruzione di qualità e a servizi sociali continuano a far parte della vita quotidiana di milioni di persone. Nella regione ci sono alcuni dei Paesi più violenti del mondo e l’accesso all’istruzione e ad altri servizi essenziali è limitato”. Gli effetti combinati dei protocolli sulla protezione dei migranti e dei nuovi accordi di cooperazione in materia di asilo stanno esponendo i bambini a grandi rischi. “Migliaia di bambini sono coinvolti in un estenuante ciclo di violenza e privazioni a casa, pericoli lungo il percorso, detenzione o limbo, espulsione e così via – aggiunge l’Unicef – un ciclo che sta distruggendo il tessuto sociale delle famiglie e delle comunità”. Unicef auspica che i Paesi coinvolti diano priorità alla protezione dei minorenni, a prescindere da chi siano, da dove provengano o come siano entrati nel territorio, e garantiscano l’accesso alle procedure di asilo in modo sicuro e tempestivo. Rinnova inoltre la richiesta di una maggiore attenzione da parte della comunità internazionale, che “dovrebbe fare di più per aiutare ad affrontare i bisogni più urgenti dei bambini migranti e delle famiglie della regione, compreso il sostegno psicosociale e le opzioni di accoglienza alternativa per evitare la detenzione e la separazione familiare, aumentando nel lungo periodo la protezione dei migranti e le capacità di asilo lungo il corridoio dal nord dell’America Centrale agli Stati Uniti”.

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