“Nel 2018 il valore aggiunto dei beni e servizi market ha registrato una crescita in volume dell’1% rispetto al 2017; la produttività del lavoro, calcolata come valore aggiunto per ora lavorata, è diminuita dello 0,3%; quella del capitale, misurata come rapporto tra il valore aggiunto e l’input di capitale, è aumentata dello 0,1%. Nello stesso anno, la produttività totale dei fattori, che misura la crescita del valore aggiunto attribuibile al progresso tecnico e ai miglioramenti nella conoscenza e nell’efficienza dei processi produttivi, è diminuita dello 0,2%”. Lo comunica oggi l’Istat, diffondendo i dati relativi alle “Misure di produttività” per gli anni 1995-2018.
“Complessivamente, nel periodo 1995-2018 – spiega l’Istituto nazionale di statistica – la produttività del lavoro è aumentata ad un tasso medio annuo dello 0,4%. Tale incremento è la risultante di una crescita media dello 0,7% del valore aggiunto e dello 0,4% delle ore lavorate. La produttività totale dei fattori è risultata stazionaria”.
Stando ai dati diffusi, tra il 1995 e il 2018 la crescita della produttività del lavoro in Italia (+0,4%) è risultata decisamente inferiore alla media Ue28 (1,6%). Tassi di crescita in linea con la media europea sono stati registrati dalla Germania (1,3%), dalla Francia (1,4%) e dal Regno Unito (1,5%). La Spagna ha registrato un tasso di crescita più basso (0,6%) rispetto alla media europea ma più alto di quello dell’Italia.
Secondo l’Istat, “il divario rispetto alle altre economie europee è risultato particolarmente ampio in termini di evoluzione del valore aggiunto: in Italia è cresciuto dello 0,7% medio annuo sul periodo, con un ritmo molto meno sostenuto che nella media della Ue28 (2%). Le ore lavorate, al contrario, hanno registrato una dinamica molto simile a quella del complesso dei paesi europei: +0,3% annuo nella media Ue28 e +0,4% in Italia; solo in Spagna l’aumento è stato decisamente più accentuato (+1,3%)”.