Integrazione
A 10 anni dallo sgombero della baraccopoli di via Rubattino a Milano, la Comunità di Sant’Egidio fa il punto sulle storie dei rom sgomberati e l’impegno di integrazione che seguì a quel fatto. Ad oggi, infatti, la quasi totalità di quelle persone (73 famiglie) vive in casa. “È finito il tempo delle baracche e dei topi”, scrive in una nota Sant’Egidio. “In ogni nucleo almeno un adulto lavora; il 100% dei minori frequenta le scuole dell’infanzia, primarie e medie, molti ragazzi studiano alle superiori e fanno volontariato”. Alla vigilia della Giornata dei diritti dell’infanzia, la Comunità di Sant’Egidio invita alla serata “I rom di via Rubattino 10 anni dopo. Immagini, video e racconti di un’integrazione possibile” (martedì 19 novembre, ore 20.30, Cam Garibaldi in corso Garibaldi 27). Persone rom porteranno la loro testimonianza, interverranno l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano, Gabriele Rabaiotti, il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, e Milena Santerini dell’Università Cattolica e Comunità di Sant’Egidio; coordinano Stefano Pasta, Assunta Vincenti, Flaviana Robbiati e Elisa Giunipero. Sarà inoltre proiettato il video “Mi sembra che è un sogno”.
Spiega la Comunità di Sant’Egidio: “Dieci anni di amicizia ci dicono che tanti muri sono stati abbattuti, tante cose che ritenevamo impossibili sono diventate la normalità: è normale che un ragazzo finisca le medie e si iscriva alle superiori, è normale che due amici rom e non rom escano insieme a Milano che è la città di entrambi, è normale che un anziano milanese sia accudito da una donna rom. È diventato normale che persone tanto diverse si sentano parte della stessa famiglia. È stata un’amicizia che ha chiesto di cambiare a tutti, ai rom e ai non rom”.