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Papa Francesco: messa Giornata mondiale dei poveri, “ho almeno un povero per amico?”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Io aiuto qualcuno da cui non potrò ricevere? Io, cristiano, ho almeno un povero per amico?”. È cominciata con questo interrogativo, come proposta per un esame di coscienza, l’ultima parte dell’omelia pronunciata ieri dal Papa nella messa per la Giornata mondiale dei poveri. “I poveri sono preziosi agli occhi di Dio perché non parlano la lingua dell’io”, ha spiegato Francesco: “non si sostengono da soli, con le proprie forze, hanno bisogno di chi li prenda per mano. Ci ricordano che il Vangelo si vive così, come mendicanti protesi verso Dio”. “La presenza dei poveri ci riporta al clima del Vangelo, dove sono beati i poveri in spirito”, ha fatto notare il Papa: “Allora, anziché provare fastidio quando li sentiamo bussare alle nostre porte, possiamo accogliere il loro grido di aiuto come una chiamata a uscire dal nostro io, ad accoglierli con lo stesso sguardo di amore che Dio ha per loro”. “Che bello se i poveri occupassero nel nostro cuore il posto che hanno nel cuore di Dio!”, ha esclamato Francesco: “Stando con i poveri, servendo i poveri, impariamo i gusti di Gesù, comprendiamo che cosa resta e che cosa passa. “Tra tante cose penultime, che passano, il Signore vuole ricordarci oggi quella ultima, che rimarrà per sempre”, ha concluso il Papa: “È l’amore, perché Dio è amore e il povero che chiede il mio amore mi porta dritto a lui. I poveri ci facilitano l’accesso al cielo: per questo il senso della fede del Popolo di Dio li ha visti come i portinai del cielo. Già da ora sono il nostro tesoro, il tesoro della Chiesa. Ci dischiudono infatti la ricchezza che non invecchia mai, quella che congiunge terra e cielo e per la quale vale veramente la pena vivere: l’amore”.