
“Ci vuole l’impegno di tutti perché l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù continui a manifestare la speciale predilezione della Santa Sede per l’infanzia, col proprio stile di cura amorevole dei piccoli degenti, offrendo una testimonianza concreta del Vangelo, in piena sintonia con quanto insegna la Chiesa”. Lo ha detto Papa Francesco alla comunità dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, ricevuta in udienza oggi, nell’aula Paolo VI, in occasione della celebrazione dei 150 anni dalla fondazione dell’ospedale. Rivolgendosi ai medici, chirurghi e infermieri, l’invito del Pontefice a “usare le mani come strumento di cura”. “Siate sempre consapevoli di questa benedizione di Dio sulle vostre mani”. La vostra capacità di curare così è un dono per voi e per le persone che vi vengono affidate – ha aggiunto –. E nello stesso tempo, cari medici e infermieri, non fate mancare il vostro apporto professionale e il vostro zelo affinché sia preservata la tipicità di questa istituzione”. Dopo aver benedetto le loro mani perché possano aiutare i bambini nel loro “percorso di malattia, ricovero e uscita dalla malattia”, Francesco si è soffermato sulla “disponibilità a condividere il proprio sapere e le proprie competenze col personale sanitario dei Paesi più svantaggiati”. Il Papa ha quindi evidenziato che si tratta di “restituire ciò che vi è stato dato in abbondanza e di ricevere in cambio tanta ricchezza di umanità”. “Ognuno insegna qualcosa all’altro. È quanto avviene in queste missioni del Bambino Gesù all’estero”. Nelle parole del Papa poi una convinzione forte: “Quanto migliore è la ricerca, tanto migliore è l’assistenza. Non c’è cura senza ricerca. E non c’è futuro, nella medicina, senza ricerca”. “Ammiro la passione e l’entusiasmo che mettete nel vostro lavoro di cura e di ricerca, e vorrei che non perdeste mai la capacità di scorgere il volto sofferente di un bambino anche dietro un semplice campione da analizzare, e di udire il grido dei genitori anche all’interno dei vostri laboratori. II mistero della sofferenza dei bambini non smetta di parlare alle vostre coscienze e di motivare il vostro impegno umano e professionale”.